Prima di essere principi by Niccolò Agliardi & Roberto Vecchioni

Prima di essere principi by Niccolò Agliardi & Roberto Vecchioni

autore:Niccolò Agliardi & Roberto Vecchioni [Agliardi, Niccolò & Vecchioni, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani
pubblicato: 2024-10-14T09:50:32+00:00


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Sogni messi alla prova

Mettere alla prova il mio sogno mi ha permesso di spogliarlo di ogni illusione e di guardarlo da vicino per ciò che era davvero. Il mio sogno non riusciva a contenermi, per tutto quello che disordinatamente ci stavo mettendo dentro, le canzoni così dannatamente introspettive, la mia cultura liceale e la vanità ingombrante; il bisogno di essere visto, amato, accettato, approvato, e addirittura ricordato, ben prima di essere morto; la mia sessualità timida, il pudore nel denudarmi, gli orgasmi sussurrati e di contro l’istinto ferale di non voler essere messo da parte, di gridare la mia presenza e di non essere abbandonato. Già…

Volevo cantare perché qualcuno mi restasse accanto il più possibile, e quel sogno da realizzare a tutti i costi era il documento falso che mi avrebbe permesso di impormi in qualche forma d’amore senza sembrare un impostore, solo intensamente desiderato da tutti. Il nodo da sciogliere stava proprio lì, in quel tutti.

Alessia, Giulia, e poi Ludovica sono le tre donne magiche che hanno seminato con la loro presenza i germogli per la mia guarigione. Il Bene di Brando, di Andrea e di Matteo, e dei tanti amici a cui non fregava un cazzo delle mie canzoni, ma a cui importava solo di me, mi ha scaraventato sui binari dritti e liberi del sentimento disinteressato e limpido. Mia madre e mia sorella hanno giocato di sponda. I tanti collaboratori, fedeli musicisti e fratelli acquisiti – Giacomo, Tommaso, Edwyn, Giordano – mi hanno spostato con gentilezza dall’orlo del precipizio, su terrapieni molto più solidi.

Così ho lasciato andare un sogno che non rispecchiava più l’uomo che stavo diventando, mentre lentamente guarivo. Ho capito che perdere non è la fine di tutto, ma solo la fine di un certo modo di pensare. Ho iniziato a sperimentare nuove idee, ad applicarle alla mia passione per le storie degli altri. Sono cresciuto e, nei momenti più fortunati, ho anche imparato qualcosa di più su me stesso. E ho avuto anche la prontezza di sentirmi sconfitto prima di percepire la paura che fossero gli altri a vedermi così. E non è andata poi tanto male.

A volte, il coraggio di porre fine a qualcosa supera quello necessario per continuare la storia, e che qualcosa non vada o non funzioni fa parte del mistero della vita.

Non credo ci sia nulla di più noioso che ascoltare qualcuno raccontare i propri sogni notturni. Tu non eri in quel sogno e, con tutta l’empatia che puoi sfoderare, non riuscirai mai a vedere i colori e a sentire le sensazioni che il sognatore ha vissuto in modo vivido e dettagliato. È un’esperienza intraducibile, attraverso un sistema limitato come il linguaggio. Spesso i sogni seguono una logica tutta loro, frammentata e surreale, che sfugge alle regole della realtà. E, a differenza di una conversazione coinvolgente, dove c’è un’interazione reciproca tra le parti, il racconto di un sogno è un monologo che lascia ai margini tutti gli altri. Ecco, così era il mio sogno. Nient’altro che un monologo. E aveva pure una data di scadenza.



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