Pudore by Maddalena Fingerle

Pudore by Maddalena Fingerle

autore:Maddalena Fingerle [Fingerle, Maddalena]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-01-22T12:00:00+00:00


Quando Emilio mi chiede come sto non gli dico che ieri ho passato tutta la giornata in pigiama a guardare serie che non mi piacciono e tra mal di testa e orticaria ho pianto una notte intera dal nervoso. Non gli dico nemmeno che mi è comparsa la sua faccia sullo schermo del cellulare. Sponsorizzato, c’era scritto. Ci ho cliccato sopra, Emilio fa vedere l’inserzione con la sua faccia a persone che hanno impostato il genere donna e un’età compresa tra i diciotto e i cinquant’anni. Gli dico che credo di star bene.

Mi chiede di raccontargli di te, ma non mi va. Gli chiedo perché l’orologio è fermo alle 10.32. Sorride, dice che è rotto, che però gli piace e che averlo funzionante potrebbe essere ansiogeno, perché vedrei l’ora che passa. Io vorrei dirgli che un orologio fermo è più angosciante di un orologio funzionante, che una pianta mezza morta, una lampada accesa di giorno e un orologio fermo non sono un buon biglietto da visita, ma sembrerei mio padre e quindi sto zitta. Poi forse è un test. C’è chi si fa innervosire dall’orologio e chi no. Sussurra che facciamo solo quello che mi sento, se non mi va di parlarne non devo sentirmi obbligata, capisco che non si riferisce all’orologio e per non sembrare una sfigata gli racconto di quando ci siamo lasciate, o meglio: di quando tu hai lasciato me.

Avevamo detto davanti alla banca, subito dopo il lavoro. Io ti avrò aspettato cinque, massimo dieci minuti, ma temevo, speravo, che non saresti venuta. Camminavi come se ballassi in punta di piedi sulle nuvole. Avevi portato le birre e con quella tua voce cullante mi avevi chiesto se stessi bene. Non sapevo proprio da dove partire per chiederti quello che volevo chiederti. Emilio ha l’aria di uno che si è perso. Allora gli spiego che ti eri scopata il contadino bavarese bigotto ma non volevo farne una tragedia. Emilio fa un verso tipo mmh. Mi ricordo che mi avevi preso il viso tra le mani con lo smalto bordeaux e la crema profumata che si mescolava al tuo vero odore, pieno, selvaggio, e mi avevi sussurrato: si può sapere qual è il tuo vero problema? Io non capivo come potessi stare con uno come quello e poi con me. Ne stavo facendo una tragedia. Mi fa schifo anche solo l’idea, dissi io, così è come se ci avessi scopato pure io, con quel tipo.

Emilio mi chiede se è perché si tratta di un uomo, dico di sì ma la verità è che non lo so. Ormai avevamo finito la birra e io facevo roteare sui ciottoli impolverati la bottiglia vuota. Non riusciva a fare un giro completo, si inceppava in continuazione rendendomi nervosa. Mi dicevi che io ti idealizzo. Ma dovevo capire che in realtà non avevo bisogno di te, volevi che io imparassi a camminare da sola. Dico a Emilio che però sei stata tu a rendermi dipendente, lui mi chiede come, non lo so, forse con



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