Risplendo non brucio by Ilaria Tuti

Risplendo non brucio by Ilaria Tuti

autore:Ilaria Tuti [Tuti, Ilaria]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Mystery & Detective, Historical, ebook
ISBN: 9788830463226
Google: MvsiEQAAQBAJ
Amazon: B0DFZXFW9J
editore: Longanesi
pubblicato: 2024-09-29T22:00:00+00:00


Castello di Kransberg

Johann attese il sorgere dell’alba seduto nel parco del castello. Dapprima fu un debolissimo lucore, appena appena diffuso tra le nubi e tale da poter essere colto solamente da uno sguardo attento. Le tenebre parevano non cedere e volersi prendere con la forza un pezzo del giorno, ma infine le lame luminose irruppero dai vortici caliginosi e fu gloria e fu luce. Johann chiuse gli occhi un istante, immaginandone il tepore sul viso. Avrebbe voluto credere in dio e trovare conforto in quel segno di speranza e giustizia invitta, ma era un povero ateo e doveva contare unicamente sulla propria forza morale per continuare a operare per il bene. In cuor suo, contro ogni convincimento razionale, sperava che Ada avesse conservato la fede tramandatale dalla madre. In quei tempi, la consolazione non era un dono da rifiutare.

Ora che la notte era passata, lo attendeva l’incontro che Hitler gli aveva concesso. Con lui Johann aveva messo sul piatto tutte le carte. Al momento, il Führer e lui erano gli unici a sapere del sentore di etere avvertito sul corpo di Haas.

Ripensò al biglietto ricevuto in risposta. Aveva avuto modo diverse volte di osservare la firma del tiranno su proclami e comunicazioni ufficiali alla nazione. Cinque anni prima nome e cognome erano vergati occupando lo spazio del trionfo e del consenso popolare, così larghi e imponenti da apparire sovradimensionati. Ma nella missiva indirizzata a Johann la firma era contratta, le lettere collassate, appena riconoscibili, e il cognome prendeva il largo dalla dimensione privata e personale del nome. Hitler non sentiva solo le pareti del bunker stringersi fino a soffocarlo, ma anche la propria interiorità e la percezione di se stesso si stavano atrofizzando, tanto da spingerlo a prendere le distanze dalla figura pubblica e voler restare solo Adolf.

Il delirio di onnipotenza aveva ceduto il campo al timore dell’impotenza. Hitler stava soccombendo alla propria psiche e forse era a conoscenza di informazioni che lo facevano pensare con inquietudine a una disfatta militare e politica. Per lui, peggio della morte.

Se fosse stato nel dottor Morell, Johann avrebbe ordinato una sorveglianza continua del paziente, perché il Führer era un potenziale suicida.

Diversi colleghi, quasi tutti, all’inizio dei suoi studi pionieristici avevano criticato Johann per le teorie a loro modo di vedere inconsistenti sull’interpretazione della grafia. Dicevano, sparlando di lui, che come Lombroso si era intestardito a rinvenire tratti caratteriali in quelli fisici, così Johann fantasticava di poter scrutare nella mente di un uomo osservando poche lettere. Un indovino, un ciarlatano, che rischiava la carriera accademica per seguire elucubrazioni prive di fondamento.

Nei fatti, tuttavia, Johann si era rivelato un passo davanti agli altri per tutto ciò che concerneva l’indagine sui crimini di origine profonda, quelli compiuti prima di tutto nelle fantasie del colpevole, e solo dopo nella realtà. A Johann non era mai interessato più di tanto come Caino avesse ucciso Abele, ma perché lo avesse fatto, la spinta all’annientamento, la potenza distruttiva e fratricida, il groviglio nel cuore. La genesi del male, una regione oscura dentro ciascun uomo.



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