Robespierre politico e mistico by Henri Guillemin

Robespierre politico e mistico by Henri Guillemin

autore:Henri Guillemin [Guillemin, Henri]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica umanistica
ISBN: 9788811676553
editore: Garzanti
pubblicato: 1999-09-30T16:00:00+00:00


Dal 6 aprile al 27 luglio 1794

All’inizio di aprile 1794 le due «fazioni» che Robespierre denunciava da mesi sono state colpite, decapitate; la salvezza della Repubblica pare ormai assicurata, la Francia è ritornata sulla buona strada. Ma la situazione, nella sua realtà concreta, è ben lungi dall’offrire un aspetto roseo. Se a Parigi il pane non manca (al prezzo, artificialmente contenuto, di 3 soldi la libbra), Payan, l’«agente nazionale» subentrato a Chaumette all’Hôtel de Ville, segnala il 13 aprile che vi sono sempre delle «code» davanti alle panetterie, poiché gli arrivi di farina sono irregolari. La carne è razionata ed è molto cara{244}. Le enormi necessità dell’esercito - circa 800.000 uomini sono sotto le armi - comportano spese tali che il ricorso all’emissione di assegnati è il solo modo per farvi fronte. In aprile la circolazione fiduciaria supera i 5 miliardi; da qui un nuovo deprezzamento della carta moneta del quale fanno le spese solo i poveri, che non dispongono di numerario. Al Palais Royal, per contro, si assiste a una cinica ostentazione di opulenza.

La folla non ha manifestato alcuna emozione quando è caduta la testa di Danton. Solo una tetra indifferenza, una passività assoluta. Che cosa possono pensare gli uomini e le donne di Parigi che hanno visto cadere, l’uno dopo l’altro, tutti i loro idoli? È stato detto loro, dimostrato con la divulgazione dei documenti tratti dall’armadio di ferro che Mirabeau, l’ex semidio, il profeta, l’apostolo dei diritti del popolo, non era altro che un furfante e un venduto. E Desmoulins, il geniale e seducente Camille, è passato nel novero degli «scellerati»; questo precursore della Repubblica, questo rivoluzionario audace e coraggioso, ebbene, no, disinganniamoci, è pure lui un «traditore». Come Hébert. Come Danton. E i Varlet, i Leclerc, i Jacques Roux che i sanculotti ritenevano dei buoni compagni, degli amici sicuri? Errore! Il governo ha dovuto colpire anche loro, erano controrivoluzionari dissimulati, agenti delle potenze straniere. La «plebe»{245} è disorientata, smarrita. Gli antichi entusiasmi sono ormai un ricordo. Sempre di più, per la plebe parigina, il grande problema, l’unico problema, sono le mille astuzie per riuscire a nutrirsi, a vestirsi, a qualsiasi costo, nonostante la penuria delle derrate e i loro prezzi eccessivi. I governanti hanno un bel glorificare la Repubblica: per i bisognosi, per le vittime permanenti della miseria più nera, i rappresentanti del popolo (strani rappresentanti che si vedono sfilare un po’ troppo spesso in splendidi vestiti) non sono altro che dei signori, dei privilegiati, dei benestanti. Robespierre è forse un «incorruttibile»; ha tuttavia la sua «indennità» quotidiana che gli assicura una vita agiata, e basta vederlo tutto incipriato, pettinato, agghindato per sentirsi, nei sobborghi, in un altro mondo, diverso dal suo. Lo si rispetta ancora ma sarebbe difficile parlare di entusiasmo popolare nei suoi confronti. Tra l’altro egli veglia personalmente all’applicazione della legge Le Chapelier che proibisce le coalizioni operaie, particolarmente nelle fabbriche di armi nazionalizzate; il 12 dicembre 1793 era stato lui, Robespierre, ad apporre per primo la sua firma su un decreto specificante



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.