Sermonti Vittorio - 2012 - La Commedia di Dante: L'Inferno di Dante-Il Purgatorio di Dante-Il Paradiso di Dante-La Commedia di Dante. Indice by Sermonti Vittorio

Sermonti Vittorio - 2012 - La Commedia di Dante: L'Inferno di Dante-Il Purgatorio di Dante-Il Paradiso di Dante-La Commedia di Dante. Indice by Sermonti Vittorio

autore:Sermonti Vittorio
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Literary Criticism, Poetry
ISBN: 9788817014267
editore: Bureau Biblioteca Univ. Rizzoli
pubblicato: 2006-02-14T23:00:00+00:00


Purgatorio - Canto XVI

1 Buio d’inferno e di notte privata

d’ogne pianeto, sotto pover cielo,

quant’esser può di nuvol tenebrata,

4 non fece al viso mio sí grosso velo

come quel fummo ch’ivi ci coperse,

né a sentir di cosí aspro pelo,

7 che l’occhio stare aperto non sofferse;

onde la scorta mia saputa e fida

mi s’accostò e l’omero m’offerse.

10 Sí come cieco va dietro a sua guida

per non smarrirsi e per non dar di cozzo

in cosa che ’l molesti, o forse ancida,

13 m’andava io per l’aere amaro e sozzo,

ascoltando il mio duca che diceva

pur: «Guarda che da me tu non sia mozzo».

16 Io sentia voci, e ciascuna pareva

pregar per pace e per misericordia

l’Agnel di Dio che le peccata leva.

19 Pur ‘Agnus Dei’ eran le loro essordia;

una parola in tutte era e un modo,

sí che parea tra esse ogne concordia.

22 «Quei sono spirti, maestro, ch’i’ odo?»,

diss’io. Ed elli a me: «Tu vero apprendi,

e d’iracundia van solvendo il nodo».

25 «Or tu chi se’ che ’l nostro fummo fendi,

e di noi parli pur come se tue

partissi ancor lo tempo per calendi?».

28 Cosí per una voce detto fue;

onde ’l maestro mio disse: «Rispondi,

e domanda se quinci si va súe».

31 E io: «O creatura che ti mondi

per tornar bella a colui che ti fece,

maraviglia udirai, se mi secondi».

34 «Io ti seguiterò quanto mi lece»,

rispuose; «e se veder fummo non lascia,

l’udir ci terrà giunti in quella vece».

37 Allora incominciai: «Con quella fascia

che la morte dissolve men vo suso,

e venni qui per l’infernale ambascia.

40 E se Dio m’ha in sua grazia rinchiuso,

tanto che vuol ch’i’ veggia la sua corte

per modo tutto fuor del moderno uso,

43 non mi celar chi fosti anzi la morte,

ma dilmi, e dimmi s’i’ vo bene al varco;

e tue parole fier le nostre scorte».

46 «Lombardo fui, e fu’ chiamato Marco;

del mondo seppi, e quel valore amai

al quale ha or ciascun disteso l’arco.

49 Per montar sú dirittamente vai».

Cosí rispuose, e soggiunse: «I’ ti prego

che per me prieghi quando sú sarai».

52 E io a lui: «Per fede mi ti lego

di far ciò che mi chiedi; ma io scoppio

dentro ad un dubbio, s’io non me ne spiego.

55 Prima era scempio, e ora è fatto doppio

ne la sentenza tua, che mi fa certo

qui, e altrove, quello ov’io l’accoppio.

58 Lo mondo è ben cosí tutto diserto

d’ogne virtute, come tu mi sone,

e di malizia gravido e coverto;

61 ma priego che m’addite la cagione,

sí ch’i’ la veggia e ch’i’ la mostri altrui;

ché nel cielo uno, e un qua giú la pone».

64 Alto sospir, che duolo strinse in ‘uhi!’,

mise fuor prima; e poi cominciò: «Frate,

lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui.

67 Voi che vivete ogne cagion recate

pur suso al cielo, pur come se tutto

movesse seco di necessitate.

70 Se cosí fosse, in voi fora distrutto

libero arbitrio, e non fora giustizia

per ben letizia, e per male aver lutto.

73 Lo cielo i vostri movimenti inizia;

non dico tutti, ma, posto ch’i’ ’l dica,

lume v’è dato a bene e a malizia,

76 e libero voler; che, se fatica

ne le prime battaglie col ciel dura,

poi vince tutto, se ben si notrica.

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