Sklovskij Viktor - 1925 - Guerra e pace di Tolstoj by Sklovskij Viktor

Sklovskij Viktor - 1925 - Guerra e pace di Tolstoj by Sklovskij Viktor

autore:Sklovskij Viktor [Sklovskij Viktor]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary Criticism, General, Saggistica
ISBN: 9788861928022
Google: 5QRpBgAAQBAJ
editore: LIT EDIZIONI
pubblicato: 2014-09-22T21:00:00+00:00


Lev Nikolaevič aveva bisogno di un compagno di viaggio per la visita a Borodino, ma tutti i suoi amici più stretti erano impegnati, quindi partì con il fratello di sua moglie, Stepan Andreevič Bers, detto Stepa, che all’epoca aveva solo dodici anni. In un solo giorno percorsero circa cento chilometri. A Borodino si fermarono al monastero del Salvatore, costruito sul luogo della morte del generale Tučkov dalla vedova. Ne conoscevano la superiora.

Tolstoj vagò per due giorni sul campo di battaglia dove, mezzo secolo prima, si erano affrontati duecentomila uomini. E centomila avevano perso la vita. Era cambiato tutto: le izby non erano più luoghi di agguati, le siepi non costituivano più ostacoli alla cavalleria e protezione per i fanti. I campi erano tornati a essere coltivati, e le vecchie tombe avevano cessato di punteggiare la distesa – la terra si era nuovamente livellata, era stata vangata e arata. Lev Nikolaevič vagò per due giorni alla ricerca dei testimoni oculari della battaglia. Venne a sapere che un vecchio soldato, custode di uno dei monumenti, era morto poco tempo prima. Lev Nikolaevič continuava a perlustrare la zona alla ricerca di indizi. Stepa, nel monastero, giocava con il cane che era appartenuto al vecchio soldato. Lev Nikolaevič conosceva bene questi luoghi dai libri, ma mentre li attraversava prendeva appunti, anzi, incaricò Stepa di scrivere lui le prime annotazioni su un grande pezzo di carta. Tolstoj era convinto che il lavoro letterario fosse una cosa semplice e che tutti potessero offrire il proprio contributo. Stepa così annotava: “Kutuzov passa in rivista le truppe prima a Carëvo-Zajmišče, poi a Starica e a Zubcov”. Scrive che, quel giorno, le condizioni atmosferiche sono buone, che “Gorki è un’altura”. Le sue annotazioni sono otto. Poi Lev Nikolaevič cominciò egli stesso a prendere nota di alcuni dettagli e a tracciare ritratti di persone. Scrive: “Konovnicyn ha la cintura allacciata, il cappotto, una sciarpa e il colbacco”. “Il mento di Kutuzov”. Poi: “Si vede fino a una distanza di venticinque chilometri. A est: ombre di boschi e costruzioni. Il sole sorge a sinistra, leggermente arretrato. I francesi hanno il sole di fronte”.

Dopo molte riscritture, nel romanzo emerse una descrizione semplice e convincente:

Il sole era alto, vivido, e i suoi raggi obliqui battevano proprio in faccia a Napoleone, che guardava verso le flèches facendosi schermo con la mano. Il fumo aveva continuato ad addensarsi, davanti alle flèches, e guardando là si aveva l’impressione ora che quel fumo si stesse muovendo, e ora che fossero le truppe, a muoversi.



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