Sparando al cielo by Jorge Franco

Sparando al cielo by Jorge Franco

autore:Jorge Franco [Franco, Jorge]
La lingua: ita
Format: epub
editore: e-o
pubblicato: 2022-04-21T22:00:00+00:00


40

Charlie aspettò tre minuti prima di scartare l’ipotesi che Larry fosse andato in bagno, o a cercare una pastiglia per il mal di testa. Ma i minuti passavano, cinque, dieci, e Larry non ricompariva. Il suo posto sembrava immacolato, come se nessuno ci si fosse mai seduto per tutto il volo. Il cuscino, la copertina, le cuffie, tutto in ordine. Si voltò diverse volte cercandolo con lo sguardo ma non riusciva a vedere le ultime file. Quando si decise ad alzarsi rimase bloccata dai carrelli delle colazioni. Una hostess le stava per posare il vassoio sul tavolino retraibile ma Charlie le disse che non avrebbe fatto colazione.

«Nemmeno un caffè?» le chiese la hostess, e Charlie fece segno di no.

L’unica cosa che vorrei è bere…

E avrebbe voluto Larry accanto, non era preparata ad atterrare in Colombia da sola.

Cosa può avergli dato fastidio? Si sarà spaventato per la mia storia di alcolista…?

Per la prima volta durante il volo pensò a Flynn e ricordò che a un certo punto stava per invitarlo ad accompagnarla in quel viaggio. Aveva scartato l’idea perché i dubbi riguardo la loro relazione erano sempre più consistenti. La cosa migliore era mettere tra loro una notevole distanza, almeno per qualche tempo. Tuttavia, adesso avrebbe voluto averlo al suo fianco, che fosse lì a consolarla, arrivando insieme e facendosi aiutare a prendere il volo per Medellín, dandole una mano in ciò che temeva di non essere in grado di fare.

Non mi avrebbe lasciato bere e adesso non avrei questa gran voglia di continuare a bere…

Provò rabbia. Le sembrava ingiusto che Larry se ne fosse andato via. Larry non era Flynn, ma era pur sempre qualcuno. Tornò a guardare indietro e c’erano sempre i carrelli nel corridoio. Si portò alle labbra un bicchiere vuoto, pieno di impronte. Da una tasca del sedile tirò fuori due bottigliette di gin, tra le tante che si erano scolati, ma anche quelle erano vuote. Nemmeno una goccia, persino l’aroma era già evaporato.

Tirò su i piedi, si abbracciò le ginocchia e si mise a piangere. I vicini la guardavano, mentre facevano colazione. Continuavano a riaffiorare alla memoria immagini e suoni di suo padre da vivo. Con lei, con sua madre, da solo, con la famiglia al completo. Ricordi e altri ricordi che la relegavano nel dolore e nella disperazione. Decise di andare a prendere almeno un calice di vino, o qualunque cosa, avrebbe pregato la hostess. Ma quando provò ad alzarsi, non ci riuscì. I piedi non rispondevano, né le braccia per sostenersi, e neppure la voce per chiedere aiuto. Poteva a malapena muovere gli occhi, e guardando dall’altro lato del corridoio vide il passeggero accanto che si puliva un avanzo di uovo dalla camicia. Vide le luci bianche sul soffitto e, dove prima c’era l’avviso di allacciare le cinture, ce n’era un altro che lampeggiava, dal rosso al nero, e che diceva: non si fa così, Charlie. Non si fa.



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