Storia della letteratura tedesca. 2. Dal Settecento alla prima guerra mondiale by Ulrike Kindl

autore:Ulrike Kindl [Kindl, U.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Manuali Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2001-11-14T16:00:00+00:00

4. Georg Büchner (1813-1837)

Nell’opera di Georg Büchner, la Zerrissenheit romantica si trasforma da lacerazione un po’ retorica in una ferita profonda dell’anima. La dimensione divenuta insopportabile della questione sociale, la contraddizione tra ricchezza e povertà vissuta con intensa sofferenza, il fallimento dell’impegno rivoluzionario profuso durante il periodo del Vormärz, tutto questo fece sorgere un sentimento di profondo scoramento. Alla rassegnazione della ragione si aggiunse un profondo cambiamento spirituale: al fallimento di ogni speranza di trasformazione sociale si assomma l’esperienza di una disperazione trascendentale, il dolore per un mondo svuotato di senso e tragicamente assurdo, ormai abbandonato da Dio. Il senso dell’inaffidabilità di Dio arrivò fino al completo ateismo, anticipando la tendenza nichilista del tardo Ottocento e del primo Novecento. L’inaudita modernità dello stile di Büchner, autentico precursore del realismo, non fu capita dalla sua epoca; solo agli inizi del Novecento questo autore ottenne il giusto riconoscimento di precoce anticipatore del disagio esistenziale, che avrebbe trovato in Kafka l’interprete più significativo.

Georg Büchner, nato nelle vicinanze di Darmstadt nel 1813, era figlio di un medico. Nel 1831 iniziò, seguendo la tradizione di famiglia, gli studi di medicina e scienze naturali a Strasburgo, dove entrò in contatto con la Società per i diritti dell’uomo, circolo di idee democratiche radicali. A causa del suo impegno politico nella natia Assia, che sfociò nella partecipazione alla stesura – nella città assiana di Gießen – del pamphlet Il messaggero dell’Assia (Der hessische Landbote, 1834), fu costretto prima a riparare a Strasburgo e successivamente a fuggire a Zurigo, dove insegnò anatomia. Qui contrasse un’infezione e morì, appena ventiquattrenne, nel 1837.

Contrariamente alla maggior parte degli esponenti del Vormärz, che diedero testimonianza del loro impegno rivoluzionario principalmente nei dibattiti letterari, Büchner si impegnò personalmente nelle lotte politiche. Si rifiutò di essere considerato un membro della Giovane Germania, ritenendo che i letterati appartenenti a questo movimento, Heine compreso, fossero degli ingenui: «Solo chi non conosce per niente come funzionano da noi i rapporti sociali potrebbe credere alla possibilità di rivoluzionare le idee religiose e sociali tramite l’attività letteraria». Per la stesura del Messaggero dell’Assia, un libello che incitava alla ribellione contro il granduca d’Assia, Büchner raccolse materiale sullo sfruttamento dei contadini, scelse nel Vangelo i punti che parlavano dell’ira di Dio contro i ricchi duri di cuore e iniziò il suo atto d’accusa contro i residui del sistema feudale con il motto «Pace alle capanne! Guerra ai palazzi!».

Ma la soffiata di una spia mandò a monte la cospirazione, e Büch­ner riuscì a malapena a sfuggire alla cattura. Dal comportamento dei sudditi del granduca, che consegnarono obbedienti il pericoloso libello alle autorità, emerge chiaramente quanto illusoria fosse la speranza di sollevare una rivolta in Assia.

A Strasburgo Büchner si occupò della rivoluzione francese e delle cause del suo fallimento, riflettendo soprattutto sul rapporto tra l’uomo e la storia: è l’attività dell’uomo a fare la storia e a cambiarne il corso, oppure esso non è altro che un burattino manovrato da un destino impenetrabile? È attorno a questo interrogativo, dunque in ultima analisi attorno

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