Storie della farfalla by William T. Vollmann

Storie della farfalla by William T. Vollmann

autore:William T. Vollmann [Vollmann, William T.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788833891217
Google: IdWuDwAAQBAJ
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2019-09-12T17:55:03+00:00


103

La sera dopo il fotografo rimediò un po’ di fica per tutti e due, una specie di spuntino di mezzanotte; prima di uscire era tornato alla carica e stavolta il giornalista aveva detto: Va bene, se proprio devo. La ragazza del fotografo era di nuovo Joy. Quella del giornalista era una ladra ingorda depilata tra le gambe, la baciò ma aveva un alito tremendo, la leccò, ma appena infilò la lingua capì che era uno sbaglio. Si alzò e si sciacquò la bocca. Poi si mise un preservativo. Il giorno dopo aveva un fungo bianco su tutta la lingua e la gola così gonfia che non riusciva a respirare. Una febbre feroce lo agguantò ripetutamente per la collottola strappandolo ai suoi sogni per poi lasciarlo cadere sfinito nel sonno. Dopo, mentre delle croste non meglio identificate fra le lenzuola lo pungevano come aghi, ricordò il viso di Vanna. Be’ di sicuro neanche lei era casta e pura. Fu allora che cominciò a sviluppare la sicurezza e la disinvoltura sconfinate che gli permisero di staccare dal gregge di Patpong la prima ragazza carina che lo attirava per portarla subito in albergo, e così più tardi, quando si svegliò in piena notte per il fuso orario accanto a una donna addormentata, di colpo, senza sapere chi fosse, le abbassò di scatto le mutandine fino alle caviglie, massaggiandole il pelo e l’allargò finché lei non si svegliò mormorando: Che cosa...?, e all’improvviso ricordò che era sua moglie. L’indomani passeggiava svelto su e giù e lei disse: Perché passeggi avanti e indietro? «Avrò bisogno di esercizio». Sua moglie disse: Avevi una faccia un momento fa, come se avessi combinato una marachella. «Ah sì?», disse lui stupito. Esaminò la sua immagine riflessa dal buio della finestra ma non scoprì nulla; l’immagine si scompose proprio come i cani bianchi che scorrazzavano davanti alla tv nel salone di bellezza e la vorticosa insegna a scacchi si riducevano alla stessa macchia sfocata dopo una birra Singha gigante a stomaco vuoto. Avrebbe voluto chiedere alla moglie: Chi sono?, solo per vedere la sua espressione in quel momento. «Sto pensando di lasciare mia moglie e di sposare una prostituta cambogiana analfabeta che parla una lingua di cui non so neanche una parola», disse a un amico. «Molto interessante», rispose l’amico. «Meglio dormirci sopra. Non sarei così drastico». «Quanto pensi che mi servirebbe per mantenere lei e il bambino?», gli chiese. «Facciamo due conti», disse l’amico. «Mille al mese per una casa con due stanze da letto. Ti serviranno: una per lavorare e una per il pupo. E fa milleduecento. Poi c’è il vitto e l’assicurazione sanitaria. La macchina. Il primo anno lei studierà inglese; e ci sarà il conto da pagare. Magari anche quello dell’asilo. E siamo a duemilacinque. Tasse escluse. Quindi ti serviranno tremilacinquecento, quattromila dollari». «Così tanto», bisbigliò sgomento il giornalista... Girò a sinistra e si ritrovò davanti alla Snake Farm. Entrò nella gelateria e ordinò. «Prego signore», disse la cameriera, che aveva già visto. «Un flullato aua vaniia».



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