Strade rotte. Settemila chilometri in ciabatte dall’Africa occidentale all’Italia by Cristiana Venturi

Strade rotte. Settemila chilometri in ciabatte dall’Africa occidentale all’Italia by Cristiana Venturi

autore:Cristiana Venturi [Venturi, Cristiana]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788868614072
Google: -34kEAAAQBAJ
editore: Infinito ed.
pubblicato: 2020-03-12T23:00:00+00:00


Ronzio di un motorino sul confine

Sire

Da Bamako (Mali) a Kantchari (Burkina Faso)

Sire abbandonò il Mali per passare in Burkina Faso, dove vivevano particolari zanzare che si compattavano in forma umana coperta dalle uniformi. Infestando i posti di blocco, fermavano gli autobus per intimare ai viaggiatori di scendere. Quelli che non sborsavano quanto richiesto li richiudevano in una stanza, sapendo che quella gentaglia migrante nascondeva denaro dovunque.

Quelle figure umane rinchiuse nelle divise alimentavano la loro rabbia infierendo su quei fottuti bastardi bugiardi che nascondevano i soldi nei pantaloni pensando d’essere furbi… ma chi si credevano di fregare!

Alcuni stolti azzardavano anche a ficcare i coltelli dentro le scarpe gridando e ridendo folli, dato che c’erano degli africani che nascondevano le banconote scollando e incollando le suole perfino dell’infradito.

Poteva succedere che nella foga non gli facessero togliere neanche le scarpe, le perforavano senza nemmeno curarsi dove finiva la suola e iniziava la pelle, perché le zanzare non vedono uomini, annusano sangue.

Nel caso di Sire optarono per una frusta. Volevano i suoi risparmi e la usarono. Lui gli diede quelli nascosti tra le cuciture dei pantaloni, poi raccattò desolato qualche spicciolo sparso in mezzo ai frammenti di sé, un salvadanaio di terracotta che, per capriccio, un farabutto aveva spaccato buttandolo sul pavimento. Quei delinquenti assomigliavano ai suoi fratelli. Aveva imparato da loro come reagire quando si viene menati. Senza saperlo, l’avevano reso più forte.

Appiccicato di male, tornò avvilito e adirato sull’autobus.

Non era che uno dei tanti nessuno, tra gli altri che se ne andavano.

Scostò la testa da delinquenti e fratelli, sopportò rabbia e dolore suonando djambe dentro la mente portata lontano sul tratto di provinciale. Vide passare villaggi e capannoni tra campi di miglio, sorgo, riso, acacie o manghi. Si meravigliò di non vedere neanche un baobab.

Il sole regnava maestoso, sembrava un dio sulla savana.

Le case di fango crudo erano preghiere di ristoro. Quelle in cemento e lamiera, invece, bestemmie.



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