Tauroetica by Fernando Savater;

Tauroetica by Fernando Savater;

autore:Fernando Savater; [Savater, F.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858103807
editore: edigita
pubblicato: 2012-11-14T23:00:00+00:00


Seconda parte

3. Orazione taurina

Quando un caro amico mi ha fatto pervenire l’invito per pronunciare il discorso di apertura della Feria de Abril a Siviglia, ho avuto la tentazione di rispondere come fece Borges a un ammiratore che lo proclamava il più grande scrittore vivente al mondo: «Stai commettendo un errore molto generoso». In effetti, è solo grazie a un errore troppo generoso che si spiega il fatto che io mi trovi qui dinanzi a voi con il compito immane e onorevole di emulare nella maniera più degna possibile ciò che fecero in passato talenti assai più illustri del sottoscritto. Domine, non sum dignus...

Credo sinceramente di essere privo di titoli validi per occupare questa tribuna. Ma questa è la minore delle mie preoccupazioni, poiché conosco l’accogliente cordialità dei miei ospiti abbastanza bene da sapere che sarebbero capaci di trattare come un cigno il più brutto degli anatroccoli. Ciò che davvero mi angoscia è la mia particolare goffaggine dinanzi a questo tipo di incarichi, alleviata solo dalla circostanza fortunata – è giusto ricordarlo – che mi vengono affidati piuttosto di rado. Non sono versato per i discorsi celebrativi e non sono in grado di dire cose ragionevolmente carine, almeno quando me lo propongo. A volte mi lascio scappare dei complimenti, come i sospiri dalla bocca di fragola di Margherita nella poesia di Rubén Darío, ma quasi mai riesco a formularli deliberatamente in modo adeguato.

Immaginate ad esempio che voglia tributare i dovuti elogi a Siviglia, città che a mio giudizio li merita quasi tutti. Se mi trovo in privato, in compagnia di un gruppo di amici o con un turista straniero in visita in Andalusia, sono certamente capace di risultare eloquente e persuasivo nel raccomandare loro, in tono tanto informale quanto accorato, questa memorabile capitale. In compenso, davanti a un uditorio numeroso e in un’occasione ufficiale come quella in cui ci troviamo, mi escono di bocca solo balbettii storpi: Siviglia, meraviglia, la meraviglia di Siviglia e via farfugliando. Tutto ciò che va oltre questi stereotipi ingenui mi sembra ricercato, pretenzioso, vacuo. Questa situazione mi ricorda un programma della televisione francese che vidi anni fa. La protagonista era la signora (o signorina, o entrambe le cose, alternate e in successione) Marlène Mourreau, che poco tempo dopo venne a vivere in Spagna dove ha raggiunto una certa, giustificata notorietà. Si trattava della telecronaca diretta di una specie di concorso estivo da una spiaggia di Biarritz. L’affascinante Marlène, fasciata in uno scarno bikini, si offriva alla libido poetica di una serie di fanciulli ovviamente più ricchi di testosterone che di metafore. Uno dopo l’altro dovevano corteggiarla seguendo la propria ispirazione e vinceva colui che riusciva a formulare il complimento più suggestivo, secondo l’inappellabile giudizio della ragazza. Se non ricordo male, il premio consisteva in un’invidiabile soirée tête-à-tête del vincitore con la sua conquista. Cominciò la gara e si ascoltarono cose inenarrabili che io non avrei mai creduto possibile formulare nella lingua di Racine. L’ossequiata reagiva alle oscenità con moine e sorrisi falsamente scandalizzati. Ma persino nella più rude delle milizie si nasconde un aspirante Rilke.



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