Tra due famiglie by Gholam Najafi

Tra due famiglie by Gholam Najafi

autore:Gholam Najafi [Najafi, Gholam]
La lingua: ita
Format: epub
editore: edizioni la meridiana
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


31

Dopo la scuola, in fornace, ho preso un banco e ho iniziato a lavorare con mio nonno Gino, mi mancava molto questo lavoro di vetro a lume. Il nonno parlava solo in dialetto, gli dicevo sempre sì anche quando non lo capivo. Lui aveva anche un orto, faceva il vino; dopo il lavoro in laboratorio siamo andati là, le rondini sfrecciavano sul campo mangiando zanzare, altri uccelli giravano intorno, cic cic. Per parlare con il nonno bisognava urlare perché era sordo:

– Sai che dove sono nato queste rondini facevano i loro nidi sui sassi, con il fango? Poi li passavano con la loro saliva così diventavano più resistenti.

Era ormai sera tardi, arriva una nuvola e gli uccelli si sperdono, cercano un riparo dalla pioggia e noi torniamo nel laboratorio. Lui non aveva solo l’orto, a 90 anni lavorava ancora il vetro; mia madre, a 57 anni, aveva ancora padre e madre vivi.

Nel laboratorio modellava i musicisti di tutta l’orchestra, scioglieva il vetro, una goccia di vetro rosso la metteva sul petto, era il cuore. Completava l’orchestra con il vetro sul fuoco.

La gondola non aveva orario, il nonno quando si stancava andava a casa e sedevo io al posto suo, facevo i pesci, le farfalle, le margherite. Mi sentivo un artista, però alla fine del lavoro mi bruciavo le mani, le ciglia. Mio zio intanto faceva dinosauri, collane, anelli...

Io, mentre lavoravo, quel giorno pensavo ancora alla mia verifica, maledivo i poeti che hanno scritto tutte quelle opere e il fatto che poi noi dobbiamo fare una verifica sui loro pensieri.

Come si diventa poeta? Nasci poeta, era nella mia testa! Dovevo leggere le biografie per sapere come erano arrivati a scrivere poesie. Leopardi aveva una biblioteca, tanti libri antichi, viveva là, starnutiva per la polvere dei suoi libri; altri piangevano per la morte dei genitori o di un fratello, altri ancora odiavano qualcosa o qualcuno... se non scrivevo poesia non ero poeta, ero poeta ma solo per me, me la portavo con me anche sotto terra. Tutto era nel mio cuore, una riserva di poesie, di racconti, di salmodie... per scrivere dovevo impare a scrivere.



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