Un impero in rovina by Mitchell Hogan

Un impero in rovina by Mitchell Hogan

autore:Mitchell Hogan [Hogan, Mitchell]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788834742303
editore: Fanucci
pubblicato: 2021-12-06T23:00:00+00:00


37

Caldan guardò Felice molte volte mentre tornavano camminando alle navi di Gazija. L’imperatore li aveva interrogati tutti, e li aveva lasciati andare. Devenish non si vedeva da nessuna parte; presumibilmente era tornato di corsa dagli stregoni appena aveva potuto. Lo stesso valeva per Quiss. Accanto a Felice, Izak camminava apparentemente più dritto di quanto ricordasse. Se Caldan doveva tirare a indovinare, era passato per delle dure prove – peggiori di un incontro con l’imperatore – e ne era uscito più forte.

«Venite» disse Felice. «Troverà un posto dove stare. Se voi…»

«No» disse Caldan. «Devo parlare con Quiss. E anche voi. Ci sono cose che dovete sapere. Non possiamo affrontare questa cosa separati, o senza avere tutte le informazioni. La cosa migliore è che vi porti da lui.»

Felice sollevò le sopracciglia e gli lanciò un’occhiata calcolatrice. «Molto bene» disse dopo una pausa. «Ho delle domande per lui, in ogni caso.»

Caldan li guidò verso una strada affollata che portava in direzione dei pontili. «E sono sicuro che anche lui vorrà sentire la vostra storia. Come avete fatto ad apparire esattamente dov’è scomparso Kelhak, per esempio.»

«Mi basta che ci sia qualcosa da bere» disse Izak. «Ne ho… ne abbiamo passate molte. Non posso parlare per Felice, ma mi serve qualcosa per calmare i nervi. Non pensavo che avrei mai incontrato l’imperatore.»

Nemmeno io.

E se Caldan non lo avesse incontrato mai più, ne sarebbe stato felice. Ma sentiva che le probabilità erano scarse. C’era troppo in ballo e l’imperatore doveva essere al centro di qualsiasi piano per sconfiggere Kelhak.

Che sia troppo spaventato dal dio-imperatore o meno.

Felice rimase in silenzio mentre si facevano strada per le vie affollate, e Caldan si accontentò di riflettere sui suoi pensieri. Fu solo quando passarono oltre un’apertura che dava sui moli fuori dalla città che lei parlò.

«L’imperatore mi ha incaricata di raccogliere quante più informazioni possibile, così che possiamo passarle in rassegna e aiutarlo con il suo piano per combattere Kelhak.»

Le sue parole erano lente e deliberate.

Caldan considerò per un momento quello che aveva detto. Nonostante la sua intelligenza, Felice era cieca di fronte alla vera natura dell’imperatore, come tutti gli altri. «Da Quiss, e immagino dagli stregoni e dagli arcieri. Insieme ai Toccati. Non vi invidio il compito, Felice. Ci sono troppi segreti che non riveleranno mai.»

«Be’,» disse Felice «è il mio lavoro scovare segreti e informazioni. E sono piuttosto brava, se posso dirlo.»

Davanti a loro c’era Quiss, ai piedi di una passerella. Felice smise di parlare mentre Izak si avvicinava, come se volesse proteggerlo.

«Vi ho sentiti arrivare» disse Quiss mentre si avvicinavano.

«Ci dovete delle spiegazioni» disse Felice senza preamboli.

Quiss annuì. «E voi a me. Abbiamo perso il nostro leader oggi, e ho anche perso un amico. Mi ha tenuto i suoi piani nascosti, per qualche ragione. Forse non era sicuro se fossi o meno un traditore. Qualunque fosse la ragione, sapete quello che è accaduto ad Anasoma.»

«Sì.»

«Be’?» disse Quiss. «Che cos’è successo? Avete detto che conoscevate Rebecci; vi ha rivelato il piano di Gazija?»

Felice scosse la testa. «Non ne



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