Una casa fuori dal tempo by Beatrice Masini

Una casa fuori dal tempo by Beatrice Masini

autore:Beatrice Masini [Masini, Beatrice]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-02-28T12:00:00+00:00


ALFONSO

«Chi è stato?»

Caspian esce dal capanno con un fascio di fogli in mano. Gli operai nel fossato smettono di cantare, alzano sguardi timorosi.

Un ragazzo sottile, pallido, con gli occhi molto chiari fa un passo avanti e pianta la pala nel terreno. «Io, signore.»

«Questo disegno è mirabile.» Caspian indica la pagina in cui è raffigurato lo scorcio di un tempio: è solo uno schizzo ma Vera, che si è avvicinata piena di curiosità, pensa con un po’ di invidia a quanto è più bello e preciso e interessante di qualunque cosa sappia fare lei. «Dove hai imparato a disegnare così?» continua suo fratello. «Perché vedo il talento, ma anche la tecnica.» Lord Morton si avvicina, osserva il foglio e per una volta non ha niente da dire.

«Mi ha insegnato mio padre» risponde il ragazzo con una nota di orgoglio nella voce. Il tono non è strascicato, le parole sono ben scandite, senza tracce dell’accento locale.

«E cosa fa tuo padre?» Caspian lo studia, curioso. Vera è curiosa di riflesso: per lei gli operai sono sempre stati una massa indistinta, uomini semplici e robusti che non hanno paura della fatica né del sole. Però lui è diverso. È di gran lunga il più giovane. Adesso che lo guarda bene non è solo per quello che si distingue. Non è scalzo, porta un paio di scarponcini logori ma solidi, ed è molto impolverato, come tutti, ma non è sudicio né vestito di stracci. La giacca gli va corta ai polsi, però è una giacca vera.

«Il geometra per il regio esercito. Faceva.»

Lo sguardo di Caspian si addolcisce. «Parli bene l’italiano. Come ti chiami?»

«Alfonso Depretis. Parlavamo sempre italiano in casa. Niente dialetto. Lui non voleva.»

Vera sente passare come un fremito fra gli altri operai. Forse sono gelosi che il signore inglese dedichi tanta attenzione a quello lì, quello che parla diverso. Anche Caspian se ne accorge. Così fa un cenno col capo e disperde la piccola folla con un gesto della mano. «Torniamo al lavoro, forza.» Alfonso riprende il suo posto nello scavo.

«Che spreco. Ho fatto qualche indagine. Alfonso è figlio di un tecnico venuto dal Piemonte e di una ricamatrice. Brave persone. Sono morti tutti e due a distanza di pochi mesi, lui in un incidente sul lavoro, lei di consunzione, era già malata quando sono arrivati, avevano scelto di venire al Sud per il clima. Alfonso andava a scuola, era molto bravo, ma ha dovuto lasciarla per mantenersi. Fa i lavori che trova. Meriterebbe di più.»

«Non puoi aiutarlo tu?» Vera lo guarda, in attesa.

«Intanto potrebbe diventare il nostro illustratore ufficiale. Io non sono abbastanza bravo» ammette Caspian. «E abbiamo bisogno di documentazione scientifica, non dei confusi bozzetti di Morton, che si crede un artista ma fa solo sgorbi tutti uguali.»

Cenano, dedicando al cibo l’attenzione che merita: pasta col pomodoro – Vera è bravissima ad avvolgere gli spaghetti, ha imparato a Holborn, mentre Caspian, che pure ha preso lezioni da lei, non padroneggia ancora l’arte e si riduce a risucchiare la pasta. E poi un



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