Un'ambigua leggenda by Giaime Alonge;

Un'ambigua leggenda by Giaime Alonge;

autore:Giaime, Alonge; [Alonge, Giaime ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica e spettacolo, Saggi
ISBN: 9788815359995
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


4. I film stranieri e la critica italiana

Fino alle soglie della Seconda guerra mondiale, il fascismo permise che nelle sale cinematografiche italiane circolassero in abbondanza produzioni estere, in particolare americane; queste ultime erano molto amate dal pubblico e viste di buon occhio dal regime, perché in genere erano esattamente come Freddi voleva che fossero i film italiani: intrattenimento di qualità che si tiene lontano dalla politica e più in generale da questioni controverse sul piano morale. C’erano però, come è facile immaginare, film che non venivano importati perché il loro contenuto confliggeva con l’ideologia fascista o con l’immagine che Mussolini voleva dare della nuova Italia. Ad esempio, Scarface (1932) di Howard Hawks non solo non venne distribuito nel nostro paese, ma provocò anche una protesta formale da parte dell’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, perché si riteneva che questo gangster movie, che ha per protagonista un capobanda italoamericano ispirato alla figura di Al Capone, nuocesse al buon nome degli italiani[32].

Se c’è un filone del cinema internazionale sul quale i censori italiani vigilarono con particolare attenzione è proprio il war movie. Ovviamente – l’ho già ricordato nell’Introduzione – il primo adattamento cinematografico di Addio alle armi, con Gary Cooper nei panni del protagonista, non arriva in Italia, innanzi tutto a causa della sequenza di Caporetto. Ma sono nel complesso i film del filone pacifista e antimilitarista dei primi anni Trenta a essere tenuti fuori dalla circolazione nazionale, da All’Ovest niente di nuovo[33] a Westfront, a Les croix de bois (l’assenza di Okraina è meno significativa, perché – come è facile immaginare – i film sovietici non venivano proiettati nelle sale italiane). La cosa interessante è che almeno alcuni dei libri da cui questi film sono tratti vengono tradotti nella nostra lingua. Il romanzo di Hemingway no, anche se qualcuno, come Giaime Pintor, lo legge in originale, trovandovi un potente antidoto a quella «ambigua leggenda» che il fascismo aveva edificato sulla Grande Guerra[34]. Però Niente di nuovo sul fronte occidentale esce in traduzione italiana nel 1931, per quanto – come osserva Nicola Labanca – sul romanzo non possa fiorire il dibattito pubblico che attorno al volume di Remarque si sviluppa in altri paesi[35]. E anche il libro da cui è tratto Westfront, Quattro fanti di Ernst Johannsen, viene pubblicato in Italia, nel 1930[36]. È davvero paradossale che sotto il fascismo si traducano romanzi apertamente pacifisti, ma che al contempo non vengano importati non solo i film che da quei testi sono stati tratti, ma neppure una pellicola come Stoßtrupp 1917, che pure viene realizzata sotto il Terzo Reich, ed è l’adattamento di un romanzo scritto da un nazista della prima ora, Hans Zöberlein, anche co-sceneggiatore e regista del film. Per quanto affidabile dal punto di vista ideologico, sul piano visivo Stoßtrupp 1917 assomiglia troppo a Westfront e agli altri film della koinè internazionale, e quindi resta fuori dal mercato italiano[37].

Dunque, per il fascismo, il problema non è tanto la rappresentazione in generale della Grande Guerra, o anche solo l’uso del conflitto come oggetto



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