Caboni Cristina - 2017 - La rilegatrice di storie perdute by Caboni Cristina

Caboni Cristina - 2017 - La rilegatrice di storie perdute by Caboni Cristina

autore:Caboni Cristina [Caboni Cristina]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Amazon: B075NNWMZQ
editore: Garzanti
pubblicato: 2017-10-11T22:00:00+00:00


15.

«L’amore e la ragione sono due viaggiatori che non abitano mai insieme nello stesso albergo: quando uno arriva, l’altro parte.»

Pagnon e Callet, Allan Cameron

Erano già le nove quando Tomaso lasciò il suo studio. Ruotò la testa, sciogliendo i muscoli delle spalle, e sbadigliò. Aveva lavorato senza sosta, interrogando i motori di ricerca, spulciando i cataloghi antiquari online e facendo un giro di telefonate. Aveva smosso le acque. Adesso non restava altro da fare che attendere.

A casa, mentre si preparava la cena, i suoi pensieri passarono da Sofia a Frank. Aveva fissato un incontro con gli avvocati degli eredi Baldini e della controparte. Non aveva idea di come risolvere la questione con la perizia errata del patrigno. Avrebbe dovuto improvvisare. La cosa di cui era assolutamente certo era che non poteva permettere che si compisse un’ingiustizia. La firma sul testamento, per quanto potesse sembrare autentica, in realtà non lo era.

Mangiò lentamente, di malumore. Screditare Frank era fuori discussione. Non gli interessava che fosse il modo più rapido e sicuro di togliersi dai guai. Avrebbe dovuto trovare un’altra maniera di tirarsi fuori da quel pasticcio. Le condizioni del patrigno erano un po’ migliorate, ma non tanto da sostenere un confronto. E poi c’era la questione degli ammanchi dai conti della società. Come aveva potuto fargli una cosa simile? Tomaso spinse via il piatto e restò un istante a fissare il nulla. Era accerchiato. Da qualsiasi parte guardasse, le difficoltà sembravano moltiplicarsi. Riordinò la cucina e si fece una lunga doccia. Con indosso solo una vestaglia di seta, a piedi nudi tornò in salotto.

Il suo appartamento si trovava in una strada del centro storico di Roma, in un palazzo della fine del Settecento. Un antico muro di pietra lo separava dalla strada, concedendogli privacy e una barriera contro il chiasso della città. Quando aveva deciso di restaurare lo stabile che era appartenuto alla famiglia di suo padre, Luisanna aveva cercato di fargli cambiare idea.

«Il passato deve restare tale. Guarda avanti, dimentica. Liberati di ogni cosa.»

Ma non c’era nulla che lei potesse fare o dire per dissuaderlo. Tomaso aveva le sue ragioni per prendersi cura di ciò che era appartenuto a suo padre. Era una questione di dovere, di legami e di continuità.

Qualcosa per cui lei aveva perso ogni interesse.

Tomaso non aveva cambiato di molto la disposizione degli ambienti. Erano stati pensati per ricevere tutta la luce possibile, ampi, con enormi finestre. Gli piacevano, ci si ritrovava. Era una sensazione accogliente quella che sentiva la sera, quando tornava a casa. Era il suo rifugio. Qualcosa che apparteneva solo a lui.

Non ci aveva mai portato nessuno.

Li aveva arredati in modo semplice e spartano, quegli ambienti. Mobili di legno massiccio dalle superfici lisce e lineari. Pavimenti in rovere sbiancato. Pareti bianche. In un angolo del salone, accanto a un’alta finestra, aveva piazzato uno scrittoio antico. Era un mobile particolare, con la panca incorporata, il piano di scrittura che poteva essere inclinato e un alloggio per le boccette di inchiostro. Nessuno sapeva a chi fosse appartenuto. Tomaso lo aveva trovato al piano superiore, quello in cui aveva vissuto sua nonna.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.