Hayslip Le Ly - 1989 - Quando cielo e terra cambiarono posto by Hayslip Le Ly

Hayslip Le Ly - 1989 - Quando cielo e terra cambiarono posto by Hayslip Le Ly

autore:Hayslip Le Ly [Hayslip Le Ly]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Literary
ISBN: 9788865595183
Google: otRBDwAAQBAJ
editore: Neri Pozza Editore
pubblicato: 2017-12-05T23:00:00+00:00


7 aprile 1986, mattino:

Da Nang, Repubblica socialista del Vietnam

L’atterraggio nel grande aeroporto di Da Nang è tranquillo e senza imprevisti, ma questa calma contraddice l’ansia che ho nel cuore. Mi domando quale accoglienza mi riserverà Bon Nghe, il mio fratello di Hanoi. Mi ricorderà con affetto oppure mi guarderà socchiudendo gli occhi, come un funzionario di partito che mi squadra dall’alto? E, al di sopra di mio fratello, incombe la figura di mia madre, che ora ha quasi ottant’anni. Mi accoglierà come una figlia perduta da tanto tempo, la figlia improbabile data alla luce nella sua mezza età, che lei ha nutrito con latte di bufala e con le sue canzoni? Oppure il tempo e l’oceano che si sono interposti tra noi – gli avvenimenti che hanno separato sua figlia dai doveri di una figlia – mi ridurranno a un’ombra, un fantasma occidentalizzato, con occhi “troppo rotondi” per vedere gli spiriti del passato che abitano ancora Ky La?

Non appena scendo dalla scaletta dell’aereo, l’odore del terriccio umido della costa centrale mi avvolge come un tessuto che ben conosco, e sento subito l’emozione che mi aveva preso qualche giorno prima a Saigon. Ma questa volta si tratta davvero della mia casa: Ky La è soltanto a qualche ora di cammino, o a una mezz’ora di viaggio in automobile. Gli alberi di cocco e le palme sospirano nel vento, e il buon odore della terra fertile, il piacevole miscuglio di vegetazione che marcisce e di nuova vita che cresce mi abbraccia come una zia fragrante di profumo. Il cambiamento più evidente mi appare sulla pista, ora quasi deserta: il nostro è l’unico aereo di linea. Nel periodo della sua massima attività, quando i bombardieri americani colpivano obiettivi ovunque, nel Nord come nel Sud, l’aeroporto di Da Nang era uno dei più trafficati del mondo.

Entriamo nel terminal per riprendere i bagagli, e mentre attendiamo che gli inservienti li dividano, vengo scrutata da uno dei molti bo doi, i militari in uniforme, che si aggirano per l’edificio. Per caso, i nostri sguardi si incontrano, e io gli rivolgo un sorriso amichevole. È sufficiente per indurlo ad attaccare discorso.

Dà un’occhiata alla mia pettinatura e al mio trucco di foggia occidentale e domanda: «Lei è una Viet Kieu?»

Annuisco e sorrido di nuovo.

«Cho toi coi thong hanh, mi mostri il passaporto» mi ordina brusco.

Gli porgo la mia carta di viaggio, che in questi casi dovrebbe essere sufficiente, ma il soldato mi tende ancora la mano in attesa. “Con tanti ringraziamenti al signor Quang e al suo Comitato nazionale” penso. Trovo il passaporto in fondo alla borsetta e glielo porgo malvolentieri.

«Prego, mi segua» mi dice, scostandosi di qualche passo dagli altri viaggiatori. Rivolgo ad Anh uno sguardo preoccupato, ma lui mi fa cenno di andare.

«Qui è scritto che lei è della provincia di Quang Nam» mi dice. Dal suo accento ho capito che anche lui è della costa centrale.

«Sì, sono nata a Ky La, che durante la guerra si chiamava Binh Ky» rispondo, facendo intendere col mio tono disinvolto che un soldato non dovrebbe preoccuparsi troppo di una provinciale come me.



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