Le regole dell'attrazione by Ellis Bret Easton

Le regole dell'attrazione by Ellis Bret Easton

autore:Ellis Bret Easton
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
Tags: Narrativa
ISBN: 8806181467
editore: Einaudi
pubblicato: 2006-12-14T23:00:00+00:00


LAUREN Sarà stupido ma ho telefonato a Victor. Dal party Sotto-il-Vestito-Niente. Mi era rimasto un numero al quale aveva detto che forse sarebbe stato a New York, e come un’idiota sono rimasta nella cabina telefonica della Wooley House, a piangere, con addosso quell’orrenda toga, a guardare il party che iniziava, aspettando che Victor rispondesse. Ho dovuto chiamare due volte perché avevo dimenticato il numero della carta telefonica e quando finalmente il telefono si è messo a squillare indistinto e lontano, ho preso a sudare. Ho cominciato a tremare, il cuore batteva come impazzito, aspettando la voce di Victor sorpresa e felice. Un suono che non sentivo da oltre otto settimane. Poi mi sono resa conto che non dovevo essere nervosa e che era solamente una scena triste. Non avevo in programma di fare questo numero. Non ero andata alla cabina telefonica con l’intenzione di chiamare Victor, ma perché Reggie Sedgewick era venuto da me, completamente nudo, e mi aveva chiesto: – Voglio… -Era orrendo e patetico e fissava il film porno che stavano proiettando sul soffitto e io stavo cercando il bar, e gli ho detto: – Sì?

E lui ha detto: – Voglio che tu mi… succhi il cazzo.

Io gliel’ho guardato e poi l’ho osservato di nuovo in faccia e ho detto: – Devi essere fuori di testa.

E lui ha ribattuto: – No, baby. Io voglio che tu mi succhi il cazzo, davvero.

E io ho pensato a Victor e mi sono avviata alla cabina del telefono. – Succhiatelo da te, – ho detto, quasi in lacrime, camminando alla cieca verso la porta.

– Credi che te lo chiederei se potessi? – ha gridato, indicandoselo, ubriaco fuori di testa o forse, anche peggio, sobrio.

Mi sono così depressa che ho solo urlato: – Fanculo! – e ho quasi sbattuto la porta della cabina e ho fatto la telefonata, mortificata nell’accorgermi che sapevo il numero a memoria. Quando ho dato al centralino l’ultima cifra della carta telefonica, e durante il silenzio che è seguito, sapevo che era finita. Lo sapevo stando in quella cabina telefonica ad aspettare che Victor rispondesse a questo strano numero ostile. Sapevo che era finita ancor prima di incontrare Sean Bateman più tardi quella notte. Da quanto tempo provavo queste delusioni, mi chiedevo mentre arrivava il primo squillo dall’altro capo della linea. Mi vergognavo di me e avevo bisogno di una sigaretta e il telefono continuava a squillare e Reggie Sedgewick ha cominciato a bussare alla porta piagnucolando una scusa e qualcuno ha risposto al telefono ed era Jaime e io ho attaccato e sono tornata al party, spingendo Reggie via dalla strada. Volevo a tutti i costi tirar fuori qualcosa di divertente da quella serata.

Così mi sono ubriacata, poi ho incontrato Sean, poi ho guardato Stuart Jackson che ballava una vecchia canzone di Billy Idol, poi mi sono stonata nell’appartamento di Gina. In quest’ordine.



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