L'Islam, religione dell'occidente by Massimo Campanini

L'Islam, religione dell'occidente by Massimo Campanini

autore:Massimo Campanini
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788857550008
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2018-06-08T00:00:00+00:00


Sono un fervente sostenitore della libera interpretazione delle Scritture; per cui potrei suggerire al lettore di trarre da solo le sue conclusioni confrontando i passi citati. Mi permetterò tuttavia qualche osservazione personale.

Già a una prima rapida scorsa dei testi del Discorso della montagna e di quello dell’addio, mi sembra emergere che uno dei pilastri fondanti di entrambi sia il senso di giustizia e di equità. Un elemento soprattutto di differenziazione balza tuttavia agli occhi, a mio avviso: sebbene nel “Discorso della montagna” Gesù appaia ancora legato alla Legge ebraica, tuttavia è l’amore a qualificare peculiarmente il suo messaggio; anzi è probabilmente proprio l’enfasi sull’amore a separarlo giuridicamente dall’originaria matrice giudaica. È invece la giustizia in senso tribale e sociale a qualificare peculiarmente il discorso di Muhammad. Amore e giustizia potrebbero essere certamente correlati (forse lo dovrebbero), ma non sono immediatamente convertibili l’uno nell’altra. Talvolta l’amore acceca e induce a essere ingiusti. D’altra parte, la giustizia potrebbe essere fredda e impersonale come fu Muhammad nei confronti degli ebrei quando consentì di punire con la morte il tradimento della tribù ebraica dei Banū Qurayza in occasione della “battaglia del fossato”.84

Ancora sulla giustizia. Credo che sia in Gesù sia in Muhammad l’appello alla giustizia abbia un carattere etico, ma non socio-politico. Intendo dire che, sebbene i Vangeli e il Corano siano pieni di incitamenti a esercitare misericordia, nutrire il povero e a difendere i diritti dell’orfano,85 credo che né Gesù né Muhammad avessero intenzione di scardinare l’ordine sociale in cui vivevano e di mettere in discussione le gerarchie. Gesù condanna la perversa inclinazione morale che predomina nei ricchi (celeberrimo il luogo Mc. 10,17ss.: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio”), è estremamente egualitario nei suoi rapporti con i diseredati e gli ultimi (prescrive di donare tutto agli indigenti, mangia al loro desco, si fa toccare dagli impuri, ecc…), ma nel contempo molti protagonisti positivi delle sue parabole sono benestanti, dal padrone della vigna di Mt. 20,1-16 al padre del figliol prodigo in Lc. 15,11-32. La sua società alternativa è una società dell’amore e della reciproca solidarietà, una società dell’aiuto disinteressato per il prossimo, del “farsi prossimo” insomma, ma non una società in cui i servi si impadroniscono del potere grazie a una rivoluzione da lui promossa. Anche la celebre frase “Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi” nel contesto sembra più alludere a un rovesciamento dei rapporti gerarchici nell’aldilà che su questa terra (cfr. Mt. 19,29-30). Dunque, la non rara tendenza contemporanea di fare di Gesù e Muhammad due “socialisti” ante litteram mi pare un’indebita modernizzazione del loro messaggio.86 In questo, essi erano figli del loro tempo.

Altri due elementi vorrei infine far risaltare. Il primo è che Muhammad sottolinea esplicitamente di essere solo un messaggero che ha veicolato un messaggio provenuto dall’alto. Gesù veicola invece il suo proprio messaggio che coincide con quello di Dio. Ancora una volta si tratta di enfatizzare una delle asimmetrie



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