nessuno puo' portarti un fiore by pino cacucci

nessuno puo' portarti un fiore by pino cacucci

autore:pino cacucci [cacucci, pino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Rimessisi in sesto, Sante e Luigi rimangono qualche tempo a Marsiglia. Hanno una missione particolare da compiere. Un piano azzardato che però potrebbe riuscire, se a metterlo in atto fosse un gruppo di arditi e determinati uomini avvezzi all’azione. Si tratta di far fuori Benito Mussolini. Sante e Luigi partecipano a una riunione clandestina all’Hôtel du Port, pare che il principale organizzatore dell’impresa – uno degli innumerevoli progetti di attentato al Duce – sia l’anarchico siciliano Paolo Schicchi, che dalla Francia invia a tutti i compagni conosciuti una sorta di programma di lotta antifascista dal titolo alquanto esplicativo: Ammazzateli come cani idrofobi. Ma Schicchi è un organizzatore talmente assiduo di incontri fra anarchici in esilio che il consolato italiano a Marsiglia lo ha più volte segnalato, e la gendarmeria non rimane a guardare. Non è chiaro se Schicchi si sia dovuto tirare in disparte perché troppo conosciuto, o se Pollastro e Peotta, dopo tanto parlare, abbiano deciso di lasciar perdere: di fatto, quell’attentato a Mussolini sfuma.

Sante e Luigi decidono di separarsi per un certo periodo: il primo va a Parigi, il secondo in Belgio. Sante riprende il mestiere di sempre: svaligiare casseforti. Si reca anche a Liegi, quando l’amico gli propone un colpo. Tutto fila liscio, all’apparenza. Sante non può non sapere che le polizie di Italia e Francia non mollano, che lui è in cima alla lista dei ricercati e che per Mussolini, dopo la cocente delusione provata quando Rizzo gli ha comunicato che il cadavere non era di Pollastro, rappresenta ormai un’ossessione. Eppure, Sante non si ritira, non rivanga la vecchia idea di sparire nelle Americhe: continua imperterrito a rapinare banche e a finanziare gli anarchici. Ormai, la sua è una lotta donchisciottesca. Certo, si calcola che tra membri attivi della banda, complici occasionali e compagni che offrono appoggi possa fare affidamento su un giro di qualche centinaio di persone. Ma quanto può durare?

Il vicequestore Rizzo è un quarantenne calvo, muscoloso, che ama i travestimenti e viaggia con una serie di parrucche, barbe e baffi finti nella valigia. Si considera un cacciatore di anarchici. Già nel 1921 aveva condotto le indagini sull’attentato al Teatro Diana, dove la bomba era destinata al questore di Milano, come protesta sanguinosa per la detenzione dei redattori del quotidiano “Umanità Nova”: era stata l’occasione per fare piazza pulita di tanti sovversivi, e Rizzo aveva operato con feroce determinazione. Ora, a Parigi, può contare sulla totale disponibilità della polizia francese: il Duce è stato abile nell’ottenerla, insieme a una notevole libertà d’azione per la squadra speciale di Rizzo. Da parte loro, le autorità parigine gli affiancano uno dei migliori, il commissario Marcel Guillaume, che poco tempo dopo, nel 1928, riceverà la visita di un giovane scrittore, Georges Simenon: non solo il personaggio del commissario Maigret si ispirerà a lui, ma Guillaume discuterà diversi dettagli delle storie di Simenon dando consigli e pareri.

Insomma, a quanto pare sulle tracce di Pollastro ci sono i due migliori investigatori di Francia e Italia. Il cerchio si stringe. Una



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