Ottavio di Saint-Vincent by Tommaso Landolfi

Ottavio di Saint-Vincent by Tommaso Landolfi

autore:Tommaso Landolfi [Landolfi, Tommaso]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2024-01-15T23:00:00+00:00


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‘Qual’è, delle nostre due imposture, la peggiore?’ commentava seco stesso Ottavio. ‘Egli, il Delfino, soltanto immagina di spasimare, mentre il suo non è che un capriccio di re. E sia pure, ma se immagina è come spasimasse davvero, e infine egli è qui per un moto del cuore, falso o genuino: io, da che cosa sono stato mosso? Dalla necessità? O non piuttosto dalla noia? Poiché di fatto sta che ho finora rifiutato tutti i vantaggi della mia fortunata posizione e per la più corta un ducato. E perché poi l’ho fatto? Proprio per onestà e dignità, o per altre e più profonde ragioni? Ma perché allora, di nuovo, son venuto qui? So, s’intende, perché rimango; ma lo so poi davvero? Davvero mi sta a cuore questa duchessa che ho appena intravveduta? Oh sì: sui miei sentimenti... direi almeno... non corre dubbio. D’altronde la questione non è questa, o meglio non va presa da questo verso. Riassumiamo per ordine, tanto da non perdere il capo. Due giorni fa (o quanti? qui si perde il senso del tempo; insomma dianzi) io filosofavo, come dice il Cugino, lungo il rigagnolo della strada: oggi son perlomeno ricco e, quel che più conta, senza essermi macchiato di delitti o di semplice bassezza, grazie solo a un’insignificante transazione colla mia coscienza (sì, sì, la faccenda del luigi raccattato). Ricco, e potrei benissimo salutar tutti e andarmene per i fatti miei e, saggiamente amministrando la mia sostanza, viver tranquillo. Questa è la realtà delle cose, alla quale io, che sono per natura un chiappanuvoli, farò bene a tenermi stretto; il tutto senza contare il mio presente benché fuggevole stato... Fuggevole? E chi sa mai, chi può sapere?... Ebbene, come principio non ci sarebbe proprio male se... se... Ecco che ci risono. E finalmente che cosa voglio, che cosa mi serve ancora? Eh, ma è manifesto: a tutto ciò manca il più importante, manca l’amore. Conseguito o conquistato il quale, il mio animo si placherà e potrò godere in pace della mia straordinaria fortuna. Sì, deve essere così. E sul momento, per non ridare nella fantasticheria, contiamo finalmente quell’oro e ordiniamolo... Che ne farò poi propriamente? Viver tranquillo è un’immagine vaga: si tratta d’impiegarlo utilmente, e io non so di dove cominciare. Inoltre ho una gran voglia di buttarlo via per rifarmi di tutto il tempo che ne sono stato privo... Basta, basta, all’opera’.



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