Simons Paullina - 1996 - La casa delle foglie rosse by Simons Paullina

Simons Paullina - 1996 - La casa delle foglie rosse by Simons Paullina

autore:Simons Paullina [Simons Paullina]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, Thrillers
ISBN: 9788858962091
Google: hYjBDQAAQBAJ
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 2017-01-17T22:00:00+00:00


Spencer era stanco, e con Conni usò modi bruschi. Will restò in silenzio. Dopo che la ragazza ebbe dichiarato di venire da Cold Spring Harbor, a Long Island, il detective fissò a lungo il bloc-notes, fingendo di consultare gli appunti, ma in realtà pensando a Kristina. Gli aveva detto che la sua ex coinquilina era di Cold Spring Harbor; se lo ricordava perché era un poliziotto, e anche perché era originario di Farmingville, a Long Island.

Pur essendo distanti solo una quarantina di chilometri, le due città erano diverse come il giorno e la notte.

Spencer rivelò a Conni da dove veniva.

«Farmingville» commentò la ragazza, facendo finta di riflettere. «Mi sembra di averla sentita nominare. È vicino alla Route 110?»

"Acqua" avrebbe voluto rispondere Spencer. "Tu sei vicina alla Route 110." «No, quella è Farmingdale.»

«Ah sì» ridacchiò lei. «Che scema.»

Conni cercò di coinvolgerlo in una conversazione su Long Island. Quando era stata l'ultima volta che era tornato? Aveva nostalgia? Che cosa lo aveva portato a Hanover? Ma Spencer la zittì; voleva andare subito al sodo.

Will chiese a Constance da quanto tempo conosceva Kristina, se andavano d'accordo quando erano state coinquiline, se Conni conosceva qualcuno che odiasse Kristina o che le augurasse del male.

«No.» La ragazza si sforzò di sorridere il più amabilmente possibile, con la testa che si alzava e si abbassava e le sopracciglia tinte che si muovevano a scatti. «No, era molto benvoluta, la adoravano tutti. Era molto simpatica.» Fece una smorfia. «Non si poteva fare a meno di volerle bene. Ed era anche bellissima.»

Spencer ebbe la tentazione di confermare ogni parola.

«Alcune ragazze erano invidiose, ma le abbiamo perdonato di essere così bella quando abbiamo imparato a conoscerla. Era dolcissima. Le altre malignavano sul suo conto. Perché non si spazzola più spesso i capelli? Perché non si trucca un po'?»

«Invidiose, sì, ma non al punto di ucciderla, direi.»

Conni fece tanto d'occhi. «Pensa che l'abbiano uccisa? Non ci credo. Non qui al Dartmouth. Perché? Secondo me è stato un incidente.»

«Davvero? Che cosa glielo fa pensare?»

«Niente, se non quello che mi ha detto prima.»

«Le ho detto pochissimo.»

Conni si grattò la gamba. Non guardò il detective né fece commenti. Sa qualcosa che la rende così nervosa da scatenarle il prurito, concluse Spencer. Jim si rifiutava di guardarmi, Albert mi guardava dritto negli occhi e lei si gratta.

«Quando è stata l'ultima volta che ha visto Kristina?»

Conni raddrizzò la schiena e alzò gli occhi al soffitto come se fosse in cerca di ispirazione. «Deve essere stato martedì sera, prima del Ringraziamento. Abbiamo giocato a carte.»

«Com'è andata la serata?»

«Bene.» rispose vaga, e abbassò la testa. Solo Albert aveva guardato apertamente Spencer, senza agitarsi sulla sedia né fissarsi le mani. Era stato l'unico a sembrare rilassato e preoccupato e a fare i commenti giusti. Forse troppo rilassato, rifletté Spencer. Cazzo, sto andando fuori di testa.

«È stata quella l'ultima volta?»

«Sì.» Conni tenne gli occhi bassi e Spencer la esortò ad alzarli.

«Sì» ripeté, quasi mormorando. «Esatto.»

Sta mentendo.

«C'è stato qualche problema mentre giocavate a poker?»

Conni tacque. Sta valutando le alternative, ragionò Spencer.



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