9 Agosto 378 il giorno dei barbari by Barbero Alessandro

9 Agosto 378 il giorno dei barbari by Barbero Alessandro

autore:Barbero, Alessandro [Barbero, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia romana
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Sebastiano, dunque, fu incaricato di organizzare una forza mobile e cominciare le operazioni di disturbo contro i Goti, per indebolirli a poco a poco, mentre i due eserciti imperiali, quello di Valente e quello di Graziano, si stavano ancora concentrando. Gli chiesero quanti uomini voleva e Sebastiano rispose che gliene bastavano duemila, purché potesse sceglierli lui. Valente fu piacevolmente sorpreso: finora aveva avuto a che fare solo con generali che si lamentavano di avere troppo poche truppe e chiedevano rinforzi. Sebastiano spiegò che se le cose andavano come credeva lui, ben presto dagli altri reparti avrebbero fatto a gara per darsi volontari e venire a combattere sotto di lui, perché non è vero, come credevano gli eunuchi, che lui fosse indifferente alla ricchezza: chi combatteva bene e obbediva agli ordini, con lui si arricchiva; ma col bottino preso al nemico, non con le bustarelle o con le estorsioni ai danni dei civili, come succedeva negli altri reparti.

Questa risposta aiuta a capire come mai Sebastiano era così poco amato dai colleghi; però si vide subito che le sue non erano solo vanterie, e che ci sapeva fare sul serio. Tutte le informazioni disponibili riferivano che i barbari avevano creato due grandi accampamenti permanenti, ciascuno con migliaia di carri; uno molto a nord, presso il Danubio, e uno al di qua dei Balcani, a Beroea: proprio là dove l’anno prima era accampato l’esercito di Frigerido, e da dove si dominavano sia le strade dirette verso nord, sia quelle che portavano a ovest, verso l’impero d’Occidente. Era come se i barbari si stessero organizzando per trasformare il saccheggio della Tracia da un’attività improvvisata in una specie di industria permanente: quegli accampamenti stabili, collegati l’uno all’altro, erano come due posti di tappa, fortificati e imprendibili, che permettevano di incamminare verso nord, verso il paese dei Goti, il bottino e gli schiavi. Da quei campi fortificati, le bande dei razziatori uscivano regolarmente per battere la campagna, un settore dopo l’altro, e poi tornavano carichi di bottino. Una di queste colonne di razziatori si era spinta molto a sud, fino alla zona di Adrianopoli; lì, però, i prigionieri avevano riferito che l’imperatore si stava avvicinando alla testa di un forte esercito, e allora i Goti erano tornati indietro, per mettersi al sicuro negli accampamenti.

Sebastiano mise insieme i suoi duemila uomini, scegliendone qualche centinaio da ciascuno dei migliori reggimenti; e con questa task force, come la chiameremmo oggi, partì a marce forzate all’inseguimento. I Goti avevano qualche giorno di vantaggio, ma la loro colonna era lenta, carica com’era di bottino, sicché c’erano tutte le probabilità di raggiungerli e annientarli. Ma quando gli uomini di Sebastiano, 56



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