A.A.A. cercasi marito a Las Vegas by Sara Pratesi Fabiana Andreozzi

autore:Sara Pratesi, Fabiana Andreozzi [Sara Pratesi, Fabiana Andreozzi]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

21

Tornare a casa

Cristina

Non riesco ancora a crederci, è

passata una settimana e già mi ritrovo tra

i banchi di scuola, nella mia vecchia

città. Dalle finestre osservo i contorni

del paese, Capalbio sonnecchia in

confronto alla frenesia che si respirava a

New York. Sono arrivata così vicina a

realizzare il mio sogno che ora mi sento

quasi persa, stordita. Ho accarezzato la

mia ambizione senza riuscire però a

stringerla saldamente nel pugno.

«Cri, dopo scuola vieni con me e

Adele a comprare qualcosa?» Elisa mi

sussurra all’orecchio ma io non sono

proprio dell’umore. Tutto ciò che vorrei

è correre da Marc, sdraiarmi di fianco a

lui e fare l’amore fino allo stremo. Mi

manca il suo profumo, il suo sapore, il

suono della sua voce… mi manca tutto,

persino i suoi difetti che ora fatico

persino a ricordare.

«Non lo so, vorrei trovare il modo di

sentire Marc» spiego. Ancora non ho

detto a nessuno della mia follia, non ho

menzionato il matrimonio e la fede la

porto attaccata come ciondolo della

catenina con la farfalla, nascosta sotto la

maglietta color cipria.

«E dai, ma sei fissata!» replica e mi

stizzisco. Già è complicato per via del

dannato fuso orario, quando sono

sveglia io dorme lui, quando è sveglio

lui dormo io. Queste maledette sei ore di

differenza rendono tutto più complicato

e non è che possa dire di poter dormire

tra due cuscini. E se lui non avvertisse

la mia mancanza? Se in questi mesi di

distanza si rendesse conto di star meglio

senza di me? Il solo pensiero mi

atterrisce e non riesco più nemmeno ad

appuntare sul quaderno ciò che sta

dicendo il professore di storia.

Quando suona la campanella resto

impassibile agli altri che corrono fuori

dall’aula come in una gara di velocità,

io esco con calma e osservo il desktop

del mio cellulare dove ho impostato

l’orologio doppio, per sapere sempre

che ora è a New York. Laggiù sono le

cinque di mattina e mi chiedo se Marc

stia dormendo o se è ancora a dormire.

Quando apro Whats App mi accorgo che

l’ultimo accesso è di pochi minuti fa…

possibile che sia ancora in giro a far

baldoria? O che non abbia ancora

staccato… il dubbio mi tormenta e, alla

fine, provo a chiamarlo su Skype mentre

attorno a me i ragazzi fanno il marasma

più totale; chi si lancia oggetti, chi si

lamenta dei compiti, chi racconta le

vacanze e chi tira calci a un pallone. Da

lontano scorgo Elisa, proprio mentre

Marc,

finalmente,

risponde

alla

chiamata. Con un gesto rapido le faccio

segno di stare in silenzio e lei sbuffa.

«Ehi, Marc» mormoro con gli occhi

lucidi. Oddio quanto mi manca… quanto

vorrei poterlo sfiorare, che darei per

potergli dare anche solo un rapido e

fugace bacio!

«Piccola, come stai?» domanda lui, la

sua voce arriva gracchiante dall’altra

parte dell’oceano e maledico questi

chilometri che ci separano.

«Bene ma sento la tua mancanza…»

confesso ma dall’altra parte arriva il

silenzio. Non so se a lui sto mancando.

Osservo il viso di Elisa che si infila due

dita in gola a indicarmi che sono troppo

zuccherosa. «Che stai facendo tu?»

domando appena mi accorgo di sentire

una musica di sottofondo.

«Ho appena staccato da lavoro e Alex

mi ha coinvolto in una colazione volante

prima del suo turno in ospedale.» Non

so se credergli, avendo visto in un paio

di occasioni come sia superficiale e

menefreghista Alex, quando c’è di

mezzo il suo nome non so se fidarmi. E

se fossero ancora in giro dopo una notte

di

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