After 4. Anime perdute by Anna Todd

After 4. Anime perdute by Anna Todd

autore:Anna Todd [Todd, Anna]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: After - vol. 4
ISBN: 9788820093808
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2015-10-19T16:00:00+00:00


La prendo per mano mentre percorriamo il vialetto di casa. Da come si comporta ho l’impressione che tutto quello champagne abbia raggiunto il suo fegato.

«E se siamo chiusi fuori?» chiede con un risolino.

«C’è la babysitter», le ricordo.

«Ah, già! Lillian…» Sorride. «È così simpatica.»

Mi viene da ridere: è proprio ubriaca. «Pensavo che non ti piacesse.»

«Mi piace, ora che so che non ci prova con te, come mi avevi lasciato credere.»

Le sfioro le labbra. «Non fare il broncio. Ti somiglia molto… ma è più irritante.»

«Scusa?!» Le è venuto il singhiozzo. «Non è stato molto carino da parte tua usarla per farmi ingelosire.»

«Ma ha funzionato, no?» replico soddisfatto quando arriviamo alla porta.

Lillian è seduta da sola sul divano. Mi fermo un momento per tirar su la scollatura di Tessa, che mi guarda storto.

Quando ci vede, Lillian si alza in piedi e domanda: «Com’è andata?»

«Ci siamo divertiti un sacco! La band suona benissimo!» sorride Tessa.

«È ubriaca», comunico a Lillian, che scoppia a ridere.

«Lo vedo.» Dopo un momento aggiunge: «Smith dorme. Stasera abbiamo quasi avviato una conversazione».

«Buon per te», replico, e conduco Tessa verso il corridoio.

La mia ragazza ubriaca saluta Lillian con la mano. «Mi ha fatto piacere rivederti!»

Non so se dire a Lillian di andarsene ora o di aspettare che torni Vance, quindi non le dico niente. E poi, se il bambino-robot dovesse svegliarsi, meglio che se ne occupi lei.

Quando arriviamo in camera sua, Tessa si butta sul letto. «Puoi togliermi questo vestito? Prude da morire.»

«Sì, alzati.» La aiuto a sfilarlo e lei mi ringrazia con un bacio sulla punta del naso. È un gesto semplice, ma mi coglie alla sprovvista e mi fa piacere.

«Sono così contenta che tu sia qui con me.»

«Davvero?»

Fa cenno di sì e finisce di sbottonare la camicia di Christian. Me la fa scivolare lungo le braccia e la ripiega prima di portarla alla cesta dei panni da lavare. Non capirò mai perché pieghi i vestiti sporchi, ma ormai ci sono abituato.

«Sì, sono molto contenta. Seattle non è bella quanto pensavo», ammette finalmente.

E allora torna indietro con me, vorrei dirle.

«Perché no?» chiedo invece.

«Non lo so, è così e basta.» Si rabbuia, e mi stupisco di voler cambiare argomento, di non volermi sentir dire quanto si trova male in questa città. Io e Landon sospettavamo che fosse così; ma mi dispiace ugualmente che lei non abbia ottenuto ciò che voleva. Domani potrei portarla un po’ in giro, per risollevarle l’umore.

«Potresti venire a vivere con me in Inghilterra», azzardo.

Mi fulmina con lo sguardo: ha le guance rosse e gli occhi annebbiati dallo champagne. «Non vuoi portarmici per un matrimonio, ma vuoi che mi trasferisca lì», mi accusa.

«Ne parleremo», taglio corto, sperando che non insista.

«Sì, sì… rimandiamo sempre.» Va a sedersi sul letto ma lo manca clamorosamente e stramazza sul pavimento, scoppiando in una risata isterica.

«Cazzo, Tessa.» La prendo per mano e la aiuto a rialzarsi, con il cuore in gola.

«Sto bene.» Si siede sul letto e mi tira a sé.

«Ti ho dato troppo champagne.»

«Sì.» Sorride e mi fa sdraiare.

«Ti senti bene? Hai la nausea?»

Appoggia la testa sul mio petto.



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