Oltre i limiti by Katie McGarry

Oltre i limiti by Katie McGarry

autore:Katie McGarry [McGarry, Katie]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Oltre i limiti - vol. 1
ISBN: 9788851118020
editore: De Agostini
pubblicato: 2016-04-28T00:00:00+00:00


«FINIRÒ PER COMPRARTI UNA GIACCA.» E facevo sul serio. Aprii il bagagliaio e le posai la mia giacca di pelle sulle spalle. «È febbraio. Perché non ti metti mai una dannata giacca?»

Echo infilò le braccia nelle maniche, inspirando e chiudendo gli occhi. Quando li riaprì, sbatté le ciglia e mi rivolse un’occhiata carica di seduzione. «Forse mi piace indossare la tua.»

Inghiottii. Avevo un piano in mente, e non prevedeva di baciarla contro la macchina. Dannazione, mi avrebbe ucciso. «Congratulazioni, è tua.»

La sua risata mi scaldò più di quanto potesse fare un cappotto. «Insomma, adesso sarai il mio pollo da spennare?»

Sembrava di sì. Intrecciai le dita con le sue e ci incamminammo lungo la strada deserta, verso la fontana. L’acqua che usciva dai tre livelli ricoperti di fiori era illuminata da luci rosa e rosse.

«È bellissima.» Echo la guardò, accarezzando con lo sguardo i vari fiori incisi nel metallo. No, lei era bellissima.

«Ho contribuito a costruire questo posto.»

«Come?»

Le feci un cenno verso le case tutto intorno alla fontana. «Queste case. Ho aiutato a costruirle. Mamma e papà facevano parte dell’associazione Un Ambiente per l’Umanità. Si sono incontrati così. Invece di andare a festeggiare le vacanze di Pasqua a Cancun, sono venuti nel Kentucky a costruire case. Si sono sposati, e hanno continuato a farlo.»

Echo mi lasciò la mano e si mise a osservare le casette in PVC con tanto di portici e dondoli. Papà si era assicurato che ogni casa avesse il proprio. Guardandosi intorno, Echo notò una targa sul lato della fontana: IN MEMORIA DI DAVID E SARAH HUTCHINS.

«I tuoi genitori?» mi chiese.

Mi si strinse la gola, e non fui in grado di rispondere. Riuscii solo ad annuire.

«Ogni volta che penso di aver capito chi sei, Noah, mi sorprendi.»

Motivo per cui l’avevo portata lì. «Non abbiamo finito quel ballo.»

Il suo sguardo agitato andò alle finestre del piccolo vicinato. Tutte le tende erano chiuse, qualcuna celava una luce, altre no, ma nessuno stava guardando. «Qui?»

«Perché no?»

I tacchi alti di Echo schioccarono sul marciapiede, segnale di ansia. Avanzai lentamente e le circondai i fianchi prima che potesse arretrare. La mia sirena aveva cantato per me fin troppo a lungo, catturando il mio cuore, tentandomi con il suo corpo, facendomi impazzire un po’ alla volta. Ora mi aspettavo la ricompensa.

«La senti?» le chiesi.

Echo inarcò un sopracciglio, dal momento che non si sentiva nulla eccetto l’acqua che scorreva nella fontana. «Cosa?»

Le accarezzai il braccio, prendendole la mano e portandomela sul petto mentre mi dondolavo dolcemente assieme a lei. «La musica.»

«Perché non mi dici cosa dovrei sentire?»

«Il colpo lento di un tamburo.» Lo simulai con un dito sulla sua schiena. «Una chitarra acustica.» Mi chinai a canticchiarle all’orecchio la mia canzone preferita. Il suo profumo dolce di cannella mi inebriava.

Lei si rilassò, adattando perfettamente il proprio corpo al mio. Ci muovevamo insieme nell’aria fredda e frizzante di febbraio, seguendo un ritmo tutto nostro. Per un momento stavamo sfuggendo al solito inferno. Nessun professore, nessuna psicologa, nessun amico con buone intenzioni, nessun incubo… solo noi due, a ballare.



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