All'arme! All'arme! I priori fanno carne! by Alessandro Barbero

All'arme! All'arme! I priori fanno carne! by Alessandro Barbero

autore:Alessandro Barbero [Barbero, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2023-01-15T00:00:00+00:00


3.

1381: l’insurrezione inglese

La storiografia inglese l’ha quasi sempre chiamata la rivolta dei contadini, The Peasants’ Revolt. In realtà, non è affatto una rivolta dei soli contadini, è un’insurrezione di massa che coinvolge gran parte della popolazione inglese. Per raccontarla dobbiamo calarci nella realtà di un paese medievale normale, non attraversato dalle complicazioni della politica cittadina, com’era la Firenze della rivolta dei Ciompi, appena tre anni prima. Al pari della Francia degli Jacques, l’Inghilterra è un paese rurale, un mondo di contadini, di cavalieri, di preti, di monaci. L’unica grande città è Londra, le altre non sono che piccole cittadine tutte raccolte intorno alla cattedrale, con le loro modeste gilde di artigiani e mercanti. La stragrande maggioranza della gente del regno vive in campagna e l’economia è basata sull’agricoltura, non sull’industria e la finanza come nelle città italiane.

La motivazione immediata della rivolta che spazza l’Inghilterra nel maggio del 1381 è l’imposizione di una nuova tassa da parte del governo del re. Si chiama la poll tax, ed è la più odiosa, perché è la più iniqua di tutte. È quello che in italiano si chiama un testatico, una imposizione fiscale uguale per tutti, un tanto a testa. Ricchi e poveri, signori e contadini pagano tutti la stessa somma, quali che siano i loro mezzi. Il motivo per cui il governo adotta una misura così impopolare è che la poll tax è la tassa più facile da riscuotere, non c’è bisogno di verifiche patrimoniali come quelle che nei comuni italiani si traducevano nella laboriosa redazione degli estimi, in cui i contribuenti registravano il valore di tutte le loro proprietà, e che bisognava rinnovare ogni pochi anni con grande sforzo burocratico.

Intendiamoci, una monarchia del Trecento non è una monarchia assoluta, e il re non ha alcun diritto di imporre nuove tasse senza l’approvazione del paese. Come in Francia ci sono gli Stati generali, così in Inghilterra il paese è rappresentato dal Parlamento, l’assemblea convocata in caso di bisogno in cui siedono i lord, i vescovi e gli abati, i rappresentanti delle città e della piccola nobiltà di campagna, la gentry. Fra i sovrani e il Parlamento i negoziati sono spesso faticosi. Nel 1381, comunque, il Parlamento si lascia convincere a imporre la poll tax, e concede al re di riscuotere due scellini da ogni uomo sposato e uno scellino da ogni scapolo. Quanto vale uno scellino? È sempre difficile stabilire delle equivalenze precise: è un ventesimo di sterlina, vogliamo dire 50 euro? Fatto sta che per un lord una tassa di due scellini è insignificante, ma per un bracciante quei due scellini pesano e non poco. Vale la pena di notare che, a qualche secolo di distanza, l’idea di reintrodurre la poll tax in Inghilterra venne in mente a Margaret Thatcher, da buon primo ministro di destra. E anche lei si mise nei guai.

L’approvazione del Parlamento sancisce la legalità della nuova imposta, ma non significa che tranquillizzi le fasce più povere della popolazione. La maggioranza degli abitanti, i contadini, non sono rappresentati direttamente nell’assemblea.



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