Il trono d'autunno by Elizabeth Chadwick

Il trono d'autunno by Elizabeth Chadwick

autore:Elizabeth Chadwick
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788867025893
editore: © 2019 TEA S.r.l., Milano
pubblicato: 2019-11-26T16:00:00+00:00


29

Nonancourt, Normandia, marzo 1190

«Come sta vostra moglie, signor conte?» domandò Alienor a Guglielmo il Maresciallo incamminandosi con lui, usando quel nuovo titolo nobiliare con un tono scherzoso. Era arrivata quella mattina alla grande fortezza di Nonancourt nella Normandia settentrionale per partecipare a una riunione in cui si doveva discutere del governo delle terre di Riccardo, in partenza per la Terrasanta.

«Isabella sta molto bene, signora, ma è rimasta a riposare a Longueville.»

«Dev’essere ormai vicina al termine.»

«Fine aprile.» Sorrise con ironia. «Ultimamente ho iniziato a guardare nelle culle e a prestare attenzione alle donne con bambini in braccio, e penso che a breve diventerà parte integrante della vita a casa mia.»

Alienor gli posò una mano sul braccio. «Fammi sapere quando nasce il bambino. Nel frattempo scriverò a Isabella e offrirò preghiere perché il parto vada a buon fine. Sono molto affezionata a tua moglie.»

«Grazie, signora.» Chinò il capo. «Parla spesso di voi, e con grande stima.»

«Mi fa piacere, anche se temo che mi odierà per quanto ti tengo lontano da lei. Non serve essere un’indovina per prevedere quanto sarai indaffarato nei prossimi mesi. Ti guadagnerai sino in fondo il titolo di conte.»

Guglielmo fece un sorriso triste. «Quand’ero giovane mi chiamavano “Gasteviande” per il mio appetito insaziabile. Ora devo applicare lo stesso principio a questioni diverse dal cibo e sperare di non aver fatto il passo più lungo della gamba.»

Il sorriso svanì dalle sue labbra quando vide arrivare il cancelliere di Riccardo, Guglielmo di Longchamp, vescovo di Ely, che portava sottobraccio vari rotoli di pergamena. Lo seguivano un segretario e uno scrivano con altre pergamene, penne e inchiostro, e altri due servi nella livrea episcopale.

«Signor vescovo», disse Guglielmo il Maresciallo con la blanda cortesia di un cortigiano esperto, «mi dispiace se stavo camminando troppo veloce. Volete riposare per un momento?»

Longchamp soffriva di gonfiore alle articolazioni dell’anca e del ginocchio, e il suo corpo era contorto come il tronco nodoso di un albero. Camminava sorreggendosi al pastorale e spesso torceva le labbra in una smorfia di dolore. Gli occhi però erano acuti e penetranti, e la mente era un rasoio, soprattutto nelle questioni fiscali. Apparteneva alla cerchia ristretta di Riccardo, che intendeva assegnargli un ruolo di primo piano nell’amministrazione che avrebbe governato l’Inghilterra in sua assenza.

«Vi ringrazio, lord maresciallo», rispose seccamente. «Me la cavo senza problemi.» Senza il vostro aiuto e la vostra sollecitudine, soggiungeva il suo atteggiamento, benché soffrisse visibilmente. Accennò alla porta aperta davanti a loro, che conduceva in una sala con un tavolo e delle panche preparate per i membri del consiglio.

Alienor non nutriva simpatia per Longchamp. Era un uomo freddo e avaro, e respingeva ogni cordialità, ma era anche un amministratore preciso e intelligente e Alienor poteva collaborare con lui anche senza accoglierlo nella sua cerchia sociale. Sospettava che Riccardo si fidasse perché riusciva a far arrivare soldi nei forzieri della corona da tutte le direzioni, e aveva sempre nuove idee su come guadagnarne di più. Era profondamente leale a Riccardo, tanto da ricordare ad Alienor un piccolo e mordace cane da guardia.



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