War Horse by Michael Morpurgo

War Horse by Michael Morpurgo

autore:Michael Morpurgo [Michael Morpurgo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2011-11-06T23:00:00+00:00


Capitolo 12

Forse fu il contrasto con i pochi mesi che avevamo passato insieme a Emilie e suo nonno che rese l’esperienza che seguì tanto dura e amara; o forse era solo la guerra che stava diventando sempre più terribile. I cannoni venivano allineati per miglia e miglia distanti poche iarde uno dall’altro, e quando sputavano la loro furia facevano tremare la terra sotto i nostri piedi. Le file dei feriti erano interminabili e il paesaggio appariva desolato per miglia dietro le trincee.

Il lavoro in sé non era più faticoso di quando trainavamo il carro ambulanza, ma non passavamo più le notti in una stalla e non avevamo più le attenzioni di Emilie. Di colpo la guerra non era più distante. Eravamo di nuovo circondati dai suoi rumori spaventosi e dall’odore della battaglia mentre trainavamo il nostro cannone nel fango, incitati e talvolta frustati da uomini che non mostravano la minima cura né interesse per la nostra salute: a loro importava solo che trasportassimo i cannoni dove dovevano essere portati. Non erano uomini crudeli, erano solo spinti dal terrore che non lasciava spazio né tempo per la gentilezza nei nostri confronti né per la considerazione reciproca.

Il cibo scarseggiava. Adesso che era tornato l’inverno ricevevamo la nostra razione di cereali solo ogni tanto, insieme a una magra quantità di fieno. Uno alla volta, cominciammo a perdere peso e forma fisica. Allo stesso tempo le battaglie si fecero più cruente e lunghe e noi lavoravamo molte più ore per spostare i cannoni. Eravamo sempre doloranti e infreddoliti. Finivamo le giornate coperti da uno strato di fango gocciolante che sembrava penetrare dentro di noi e gelarci le ossa.

La nostra squadra era una collezione eterogenea di sei cavalli. Dei quattro a cui ci unirono, solo uno aveva l’altezza e la forza per trainare un cannone, un gigante di nome Heinie che sembrava imperturbabile a qualunque cosa gli accadesse intorno. Il resto della squadra cercava di seguire il suo esempio, ma solo Topthorn ci riusciva. Lui e Heinie erano la coppia di testa e io mi ritrovai dietro Topthorn, al fianco di un cavallino vigoroso che chiamavano Coco. Aveva il muso pezzato di bianco e questo scatenava l’ilarità dei soldati che incontravamo. Ma non c’era niente da ridere in Coco: aveva il peggior carattere di qualunque cavallo io abbia mai incontrato, sia prima che dopo. Quando Coco mangiava, nessun cavallo né uomo osava avvicinarsi a distanza di morso o di calcio. Dietro di noi c’erano due pony identici con il mantello marrone chiaro e la criniera e la coda bionde. Erano inseparabili e i soldati non li chiamavo per nome, ma semplicemente “i due Haflinger dorati”. Dal momento che erano graziosi e amichevoli, ricevevano quasi tutte le attenzioni e in qualche caso perfino l’affetto dei cannonieri. Erano una visione incongrua e piacevole per i soldati stanchi mentre trottavamo attraverso i villaggi in rovina, diretti al fronte. Non c’era dubbio che lavorassero duramente quanto noi, e nonostante la loro piccola taglia mostravano di avere la nostra stessa resistenza; ma al galoppo agivano da freno, ci rallentavano e spezzavano il ritmo della squadra.



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