Lo Hobbit (illustrato) by John Ronald Reuel Tolkien

Lo Hobbit (illustrato) by John Ronald Reuel Tolkien

autore:John Ronald Reuel Tolkien
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2012-11-20T05:00:00+00:00


Quello fu uno dei suoi momenti più terribili. Ben presto, però, Bilbo giunse alla conclusione che non serviva a niente cercare di far qualcosa finché il giorno non fosse giunto a portare un po’ di luce, e che era del tutto inutile andare in giro alla cieca stancandosi a morte senza alcuna speranza di fare una buona colazione che lo ritemprasse. Così si sedette con la schiena contro un albero, e ancora una volta si ritrovò a pensare al suo buco-hobbit così lontano, con le sue belle dispense. Era profondamente immerso in pensieri che riguardavano pane, burro, marmellata e caffellatte, quando sentì che qualcosa lo stava toccando. Qualcosa di simile a una fibra lunga e robusta poggiava contro la sua mano sinistra, e, quando Bilbo cercò di muoversi, scoprì che le sue gambe erano già avvolte nella stessa roba, tanto che appena si alzò ricadde a terra.

Allora il gran ragno, che si era dato da fare a legarlo mentre lui sonnecchiava, gli spuntò alle spalle e si precipitò su di lui. Bilbo riusciva a vederne solo gli occhi, mentre quella cosa orribile cercava di avvolgere i suoi fili abominevoli tutt’intorno a lui. Era stata una bella fortuna che si fosse risvegliato in tempo: presto non sarebbe più stato in grado di muoversi affatto. In quelle condizioni, dovette sostenere una battaglia tremenda prima di riuscire a liberarsi. Colpì il ragno con le mani – stava cercando di avvelenarlo per tenerlo quieto, come fanno i ragni più piccoli con le mosche – poi si ricordò della spada e la sguainò. Allora il ragno fece un balzo indietro, e Bilbo ebbe il tempo di tagliare i fili che gli bloccavano le gambe. A quel punto fu il suo turno di attaccare. Evidentemente, il ragno non era abituato a cose che portassero al fianco pungiglioni come quello, altrimenti si sarebbe affrettato ad andarsene. Ma Bilbo lo attaccò prima che potesse sparire, e gli immerse la spada fra gli occhi. Come impazzito, il ragno sobbalzò e si dimenò e agitò orribilmente le zampe, finché Bilbo non lo uccise con un altro colpo, per poi lasciarsi cadere a terra, dove rimase a lungo, privo di sensi.

Quando si riebbe, intorno a lui c’era la luce fioca e grigia che di giorno era consueta nella foresta. Il ragno giaceva morto lì accanto, e la lama della spada era macchiata di nero. L’avere ucciso il ragno gigante, da solo, al buio, senza l’aiuto dello stregone né di nessun altro, fu molto importante per il signor Baggins. Mentre puliva la spada sull’erba e la riponeva nel fodero, si sentì una persona diversa, molto più fiera e audace nonostante lo stomaco vuoto.

“Voglio darti un nome,” disse alla spada. “Ti chiamerò Pungolo.”

Dopo di che, si accinse a partire in esplorazione. La foresta era cupa e silenziosa, e la prima cosa da fare era ovviamente cercare i suoi amici, che non dovevano essere molto lontani, a meno che non fossero stati fatti prigionieri dagli elfi (o da esseri peggiori). Bilbo sentiva che non



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