Wonder by R. J. Palacio

Wonder by R. J. Palacio

autore:R. J. Palacio
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
Tags: Juvenile Fiction, General, Social Issues, Juvenile Nonfiction, Self-Esteem & Self-Reliance
ISBN: 9788809058347
editore: Giunti Junior
pubblicato: 2013-01-01T23:00:00+00:00


Punito

Ci sono certe cose che, semplicemente, non si possono spiegare. Non ci provi neanche. Non sapresti da che parte cominciare. Tutte le frasi si ingarbuglierebbero in un nodo gigante, se aprissi la bocca. E qualsiasi parola ti venisse in mente sarebbe sbagliata.

«La questione è molto, molto seria, Jack» stava dicendo il preside. Ero nel suo ufficio, seduto su una sedia davanti alla scrivania, e fissavo il disegno di una zucca appeso sulla parete alle sue spalle. «Gli studenti vengono espulsi per un gesto come questo, Jack! So che sei un bravo ragazzo e non voglio che questo accada, ma devi darmi una spiegazione».

«Non è da te, Jack» è intervenuta la mamma.

Era venuta direttamente dal lavoro appena l’avevano chiamata. Sentivo che oscillava fra una gran rabbia e un sentimento di genuina sorpresa.

«Credevo che tu e Julian foste amici» ha detto il signor Kiap.

«Non siamo amici» ho ribattuto. Tenevo le braccia incrociate sul petto.

«Però, dare un pugno a qualcuno sulla bocca, Jack…» ha incalzato la mamma, alzando la voce. «Insomma, ma cosa ti è saltato in mente?» ha guardato il signor Kiap. «Non ha mai picchiato nessuno prima, davvero. Non è da lui».

«La bocca di Julian sanguinava, Jack» ha detto il preside. «Gli hai fatto cadere un dente, lo sai?»

«Era solo un dente da latte» mi sono giustificato.

«Jack!» ha esclamato la mamma, scuotendo la testa.

«È quello che ha detto l’infermiera Molly!»

«Tu non vuoi capire!» ha strillato la mamma.

«Io voglio solo sapere perché» ha insistito il signor Kiap, alzando le spalle.

«Non farà che peggiorare le cose» ho sospirato.

«Dimmelo e basta, Jack».

Ho fatto spallucce, ma sono rimasto zitto.

Non potevo, ecco.

Se gli avessi detto che Julian aveva dato del mostro ad August, allora lui ne avrebbe parlato con Julian e a quel punto anche Julian gli avrebbe spifferato quello che avevo detto su August, e così lo avrebbero saputo tutti.

«Jack!» ha fatto la mamma.

Ho cominciato a piangere. «Mi dispiace…»

Il preside ha inarcato le sopracciglia e ha annuito, ma non ha detto niente. Invece, si è come soffiato sulle mani, come si fa quando sono molto fredde. «Jack» ha detto. «Davvero non so cosa dire. Insomma, hai picchiato un ragazzo. Abbiamo delle regole, su questo genere di cose, capisci? Espulsione immediata. E tu non stai nemmeno provando a giustificarti».

A quel punto piangevo come una fontana e, nell’attimo stesso in cui la mamma mi ha circondato le spalle con un braccio, ho cominciato a ululare.

«Vediamo, ehm…» ha detto il signor Kiap togliendosi gli occhiali per pulirli. «Facciamo così, Jack. La settimana prossima non ci saremo comunque per le vacanze invernali. Che ne dici se resti a casa per il resto di questa settimana e poi, dopo la vacanza, torni qui e tutto sarà come nuovo. Tabula rasa, per così dire».

«Sono sospeso?» ho detto tirando su col naso.

«Be’» ha ribattuto lui, alzando le spalle. «Tecnicamente sì, ma solo per un paio di giorni. E ti dirò un’altra cosa. Mentre sarai a casa, ti prendi il tempo per pensare a quello che è successo. E se ti va di



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