13 by Jay Asher

13 by Jay Asher

autore:Jay Asher [Asher, Jay]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788804582991
Google: QeDNtgAACAAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2008-04-15T10:59:33+00:00


Il giorno dopo, Marcus, ho preso una decisione. Volevo vedere come avrebbero reagito a scuola se una studentessa non si fosse più presentata in classe.

Come dice la canzone: “You are lost and gone forever, oh my darling, Valentine.” Sei morta e sepolta, mia cara Valentine.

Mi appoggio contro una locandina protetta da una corni-ce di plastica e chiudo gli occhi.

Sto ascoltando la voce di una che sta per gettare la spugna. Una che conoscevo. Una che mi piaceva.

La ascolto. Ma è troppo tardi.

Ho il cuore a mille e non riesco a stare fermo. Attraverso il pavimento lucido fino alla biglietteria. Un piccolo cartello pende da una catenella attaccata a una minuscola ventosa.

CHIUSO – A DOMANI! Vista da fuori, non sembra tanto piccola la biglietteria. Ma a starci dentro, sembrava di essere in una boccia per i pesci.

Le uniche mie interazioni avvenivano quando la gente mi passava i soldi al di là del vetro e io davo loro i biglietti. Oppure quando un collega s’intrufolava dalla porta sul retro.

Per il resto, se non ero impegnato con i biglietti, leggevo.

O guardavo fisso fuori dalla boccia d’acqua, nell’atrio, per tenere d’occhio Hannah. E certe serate erano peggio di altre. A volte controllavo addirittura che mettesse il burro fino in fondo al sacchetto. Detto così sembra stupido, e maniacale, ma è la verità.

Come quella volta che è arrivato Bryce Walker. Era in compagnia della sua ragazza-del-momento e voleva che le facessi lo sconto bambini.

— Tanto non lo guarda comunque — ha detto. — Capisci cosa intendo, Clay? — E si è messo a ridere.

Io non la conoscevo. Forse era di un’altra scuola. Ma una cosa è certa, non l’ha trovato divertente. Ha poggiato la borsetta sul bancone: — Vorrà dire che me lo pagherò da sola.

Bryce ha spostato via la sua borsetta e ha pagato per tutti e due. — Tranquilla — le ha detto. — Era solo uno scherzo.

A metà film, mentre stavo già vendendo i biglietti per lo spettacolo successivo, ho visto la ragazza uscire dalla sala correndo e stringendosi il polso. In lacrime, forse. Ma di Bryce nemmeno l’ombra.

Ho continuato a tenere d’occhio l’atrio, in attesa che uscisse anche lui. Ma niente. È rimasto in sala a vedersi la fine del film per cui aveva pagato.

Dopo, si è piazzato accanto al bancone del bar, a chiacchierare fitto fitto con Hannah mentre tutti quanti se ne stavano andando. Ed è rimasto lì anche all’arrivo dei nuovi spet-tatori. Hannah serviva da bere, distribuiva caramelle, dava soldi di resto, e rideva insieme a Bryce; rideva di qualunque cosa dicesse.

Nel frattempo, io avrei voluto appendere il cartellino con scritto CHIUSO, attraversare l’atrio e chiedere a Bryce di andarsene. Il film era finito e non c’era bisogno che restasse lì.

Ma spettava ad Hannah farlo. Avrebbe dovuto dirglielo lei. Anzi, avrebbe dovuto esigere che girasse i tacchi.

Dopo aver venduto l’ultimo biglietto e aver voltato il cartellino, sono uscito dalla biglietteria, l’ho chiusa a chiave, e sono entrato nell’atrio. Per aiutare Hannah a pulire. E per chiederle di Bryce.

— Perché pensi che quella tipa sia scappata via così, eh?

— ho detto.



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