2013 by unknow

2013 by unknow

autore:unknow
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Bjerg e il fabbro decidono di costruire un palo della vergogna completamente nuovo, che si possa vedere da grande distanza. L’agente aiuta Hammer a trascinare una pesante traversina di quercia dal magazzino e a tenerla mentre questi vi spinge dentro un cuneo di ferro con un occhiello. All’occhiello fissano alcune corde dello spessore adatto. Le catene e le manette le forgerà più tardi, dice Hammer. Per il momento va bene così. Poi scavano una buca nel terreno, profonda una pala di badile, finché colpiscono la roccia, e innalzano il palo, sostenendolo con alcune pietre.

«È una bella asta» dice il fabbro ridendo. «Adesso dobbiamo solo issare la bandiera.»

Vanno a prendere il detenuto al deposito del grasso, dove è seduto a gambe incrociate e guarda fisso davanti a sé. Lo afferrano sotto le braccia, lui si alza collaborativo e non oppone resistenza quando viene condotto alla berlina. Bjerg sente un forte odore di alcol. Dev’essere il prete che l’ha anestetizzato. Lo legano al palo e lo lasciano sotto la pioggia. Poco dopo diversi spettatori nativi si sono radunati sugli scogli dietro la casa della colonia. Guardano il prigioniero con sguardo vacuo. Didrik si lamenta monotono e tranquillo. Sembra che pianga.

Arriva Kragstedt a piedi, in uniforme e con sciabola e tricorno. Sembra a proprio agio, quasi contento. La signora non c’è. Il droghiere si avvicina al prigioniero e lo osserva attentamente. L’uomo ha una tosse cavernosa, sta in piedi con le braccia sollevate sopra la testa, il capo penzoloni.

Arriva altra gente, l’amministratore, il catechista, il bottaio, anche il falegname malato ha arrancato fuori dalla branda per assistere al supplizio. Il prigioniero comincia a cantare. Bjerg ascolta le parole, sta cantando il salmo in danese: «Il mio cuore sempre cammina sulle impronte di Gesù». A quanto pare è Brorson, pensa, e si sente stranamente a disagio. In Danimarca, a Horsens, ha sentito il salmo molte volte in chiesa.

«Agente Bjerg» dice Kragstedt guardandolo con severità. «Fate il vostro dovere!»

Il fabbro gli mostra come deve strappare la camicia al prigioniero per denudargli la schiena. Afferra la stoffa di tela e la strappa con un suono acuto e netto. Grosse gocce di pioggia colpiscono il torso nudo dell’uomo. Il salmo continua.

«Bertel Jensen» dice Kragstedt al catechista, «visto che il nostro prete ha deciso di non presentarsi, forse vorrete essere così gentile da recitare un padrenostro per il condannato.»

Il catechista si mette obbediente a fianco di Didrik con la testa china. Snocciola la preghiera. Poi torna al suo posto accanto alla moglie. Il prigioniero comincia un altro canto: «Benvenuti in questa valle di lacrime». Bjerg pensa a Rosine, vede il suo volto perfido davanti a sé in chiesa, il momento in cui si è reso conto di essere stato ingannato. Vede Rosine, nuda, la schiena inarcata, il volto inespressivo mentre lui, indifeso, si perde nell’estasi. Il fabbro gli passa lo staffile. Il droghiere dà il segnale con la sciabola.

«Uno!»

Colpisce. Non è un buon colpo.

«Addio mondo, addio, sono stanco di essere tuo schiavo.»

«Due!»

Ritira la frusta proprio mentre sta per colpire.



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