Amurri Antonio - 1986 - Come ammazzare la suocera by Amurri Antonio

Amurri Antonio - 1986 - Come ammazzare la suocera by Amurri Antonio

autore:Amurri Antonio [Amurri Antonio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Humor, General
ISBN: 9788804280279
Google: zw0DAgAACAAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 1986-09-15T00:00:00+00:00


Eliminazione della suocera latinorum

Se ne possono attuare di numerose e tutte assai godibili, secondo quanto suggerito dal famoso motto: castiga ridendo soceras.

E allora, orsù, ricordando che Si vis pacem para bellum, e cioè che se vuoi vivere in pace devi dichiarare guerra alla suocera, ecco una vasta scelta di piccoli omicidi fra i quali cercare quello che più vi si confà.

Se non desiderate sopprimerla del tutto, ma soltanto darle un avvertimento, potreste infliggerle improvvisamente cinque randellate in testa, dicendo: «Bis dat qui cito dat», vale a dire mena due volte chi mena per primo, sicché con cinque randellate è come se gliene aveste inferte il doppio. Oppure potreste cavarle un occhio e nel contempo consolarla col detto: «Beati monoculi in terra caecorum». O, anche, assestarle numerose pedate nel sedere, e se per caso dovesse lamentarsene, continuare fin oltre l’ottantesima ricordandole che è Melius abundare quam deficere.

Se invece volete proprio ammazzarla, come caldamente vi suggeriamo, prima di ogni violenza ricordatele garbatamente che Nemo liber est qui corpori servit, e cioè che non è libero chi è schiavo del proprio corpo, e voi state appunto per deschiavizzarla.

Desiderando ucciderla a colpi di cannone, c’è il caso che la poveretta si terrorizzi nel vedere l’inconsueto ordigno bellico. In questo caso ditele subito: «Pompa mortis magis terret quam mors ipsa», lei capirà che la pompa della morte spaventa più della morte stessa e vi sarà molto grata di averglielo ricordato.

Volendo affogarla, non dimenticate, tenendola sott’acqua, di citarle: «Sum ergo bibo, bibo ergo sum». Se, dopo qualche minuto, dovesse riaffiorare dando ancora segni di vita, annunciatele affettuosamente che Repetita iuvant, e ributtatela sotto.

Sparandole una bella rivoltellata, ditele: «Do ut des», cioè io ti do una pallottola perché tu mi dia l’animaccia tua. O, anche: «Cuique suum», a ciascuno il suo, a me la pistola a te la pallottola.

Schiacciandola con un grossissimo masso di calcestruzzo, fatele presente che Ubi maior minor cessat.

E, ove gradiste spaccarla in due con una sciabolata, rammentatele che state ponendo in atto una delle più storiche massime latine: Divide et impera.

Seppellendola, potreste recitare una intera litania di frasi. Ma a che prò? Ormai non potrà più apprezzarlo. Limitatevi quindi alla consueta, elegante Sit tibi terra levis, e alla popolaresca ma sempre valida Parce sepulto.

Amen.



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