Andare per le abbazie cistercensi by Carlo Tosco

Andare per le abbazie cistercensi by Carlo Tosco

autore:Carlo, Tosco [Tosco, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Ritrovare l'Italia
ISBN: 9788815332837
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2017-09-14T22:00:00+00:00


7.

Nella città dei papi

Le Tre Fontane

L’arrivo a Roma dei cistercensi non fu un’impresa indolore. A quanto pare san Bernardo non era inizialmente favorevole a fondare un monastero nella città dei papi, perché temeva il pericolo della corruzione e il degrado morale che imperversava nella curia. I monaci bianchi dovevano restare puri, amici del deserto e lontani dalle città, e in particolare da una città come Roma!

Non è facile immaginare come dovesse presentarsi la capitale della cristianità in quegli anni, alla metà del XII secolo. Le guide per i pellegrini, i Mirabilia Urbis, la descrivono ancora ricchissima di edifici antichi, di statue, d’imponenti rovine. Era certo un ambiente di contrasti, dove le grandi basiliche paleocristiane venivano gestite con cura e restaurate, mentre la popolazione viveva in quartieri che utilizzavano strutture antiche e residenze riadattate alle consuetudini abitative medievali. Il reimpiego di materiali ricavati dalle rovine di edifici di epoca romana era il sistema più praticato per decorare le nuove costruzioni. Se vogliamo avere un’idea di questo tipo di abitazione visitiamo la Casa dei Crescenzi, presso il Foro Boario, costruita con un assemblaggio di colonne, architravi e capitelli. Ma Roma non era soltanto popolata dal clero e dai religiosi, e una borghesia intraprendente era cresciuta nel settore del commercio e dell’artigianato, mentre molte famiglie si erano arricchite prestando denaro a papi e cardinali.

Nella politica cittadina dominavano le fazioni delle maggiori casate aristocratiche, e alla morte di ogni papa si correva il rischio di scatenare lotte violente. Abbiamo già ricordato lo scisma di Anacleto, che aveva diviso la cristianità per lunghi anni, e il ruolo chiave assunto da san Bernardo per favorire la vittoria finale di Innocenzo II. È in questo periodo che la presenza dei cistercensi in Italia aumenta notevolmente, mentre Bernardo diviene un protagonista della politica internazionale, tanto da essere definito il «re senza corona» dell’Europa del suo tempo. Alla morte di Anacleto nel 1138 Innocenzo II si era definitivamente insediato a Roma, e l’anno successivo convocava un grande concilio, il II Lateranense, che avrebbe stabilito nuove regole disciplinari per il clero e per la cristianità.

Il segno figurativo di questa vittoria è il completamento della basilica di Santa Maria in Trastevere, una chiesa che celebra il trionfo dell’unità cattolica. La basilica era stata in precedenza la sede del nemico Anacleto, e i lavori promossi da Innocenzo volevano cancellare la sua memoria. Il maestoso colonnato ad architravi della navata centrale, composto da marmi estratti dalle Terme di Caracalla, era un richiamo trionfale alle antiche basiliche della Roma cristiana. Nel mosaico absidale il papa si fece ritrarre fra i santi, a fianco di una figura di Cristo che abbraccia la Vergine: un’immagine simbolica della concordia ritrovata nella Chiesa.

Nonostante queste celebrazioni, la situazione però a Roma restava instabile e gravida di tensioni. Alla fine del suo pontificato Innocenzo II dovette affrontare nuove battaglie politiche, per contenere l’espansionismo dei normanni e per contrastare il partito cittadino che intendeva costituire a Roma un comune laico, indipendente dal pontefice. Alla sua morte nel 1143 Roma era di



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