Armageddon: La valle di tutte le battaglie (Italian Edition) by Eric H. Cline

Armageddon: La valle di tutte le battaglie (Italian Edition) by Eric H. Cline

autore:Eric H. Cline [Cline, Eric H.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2016-01-21T08:00:00+00:00


Mappa 19

Ikhshididi e abbasidi.

1. Le truppe ikhshidide marciano dall’Egitto verso nord.

2. L’esercito abbaside marcia da Damasco verso sud.

3. I due schieramenti si affrontano presso Lajjun.

Si racconta che fu lo stesso Ibn Ra’iq a trovare il cadavere di Abu Nasr e a dargli degna sepoltura. Il cordoglio per la morte del fratello dell’Ikhshīd spinse Ibn Ra’iq a spedire in Egitto come ostaggio il proprio figlio Muzahim, dicendo a Ibn Tughj di farne ciò che voleva. Subito quest’ultimo rispose con la mera richiesta di riportare le cose a come erano prima dell’ultima battaglia. Ibn Ra’iq acconsentì, e il trattato di pace fu suggellato dal matrimonio tra Muzahim, figlio di Ibn Ra’iq, e Fatima, figlia di Ibn Tughj. La parte meridionale della Siria-Palestina, dalla regione di Tiberiade e dell’omonimo lago in giù, rimase sotto la guida degli ikhshididi, mentre la parte settentrionale, comprendente il resto della Siria, fu assegnato a Ibn Ra’iq e agli abbasidi. Ibn Tughj accettò anche di pagare un tributo annuale di 140000 monete d’oro, per un accordo che finì per somigliare molto a quello da lui offerto tempo addietro, nel 939 d.C.8

Malgrado tutto, la pace non era destinata a durare a lungo. Solo due anni più tardi, infatti, nel 942 d.C., Ibn Ra’iq fu assassinato per ordine di Nasir al-Dawla, o «Difensore della Dinastia», un membro della famiglia rivale degli hamdanidi, originaria di Mossul. Nel 944 d.C. Nasir al-Dawla, deciso a consolidare il suo regno, inviò prima il cugino Husayn, poi il fratello minore Sayf al-Dawla, o «Spada della Dinastia», a occupare Aleppo per impadronirsi della regione della Siria precedentemente sotto il controllo di Ibn Ra’iq.9

Entro l’ottobre del 945 d.C., dopo qualche scaramuccia e almeno una battaglia vera e propria, Muhammad ibn Tughj al-Ikhshīd d’Egitto aveva concordato la pace con questa nuova potenza, ma morì nell’estate dell’anno successivo prima che il nuovo accordo potesse entrare in vigore.10 Fu così che, nell’autunno del 946 d.C., Sayf al-Dawla e il suo esercito hamdanide approfittarono di questo vuoto di potere per invadere la Palestina. Ne scaturì un conflitto armato fra le due potenze islamiche rivali.

Le truppe hamdanidi avanzarono dalla Siria verso sud, guidate da Sayf al-Dawla. Quelle ikshididi procedettero dall’Egitto verso nord, sotto la guida dei sovrani Hasan ibn Tughj e Abū al-Qāsim Ūnūjūr (un altro fratello e il figlio, del defunto Muhammad ibn Tughj al-Ikhshīd) nonché di Kāfūr, l’eunuco nero divenuto di fatto il reggente d’Egitto. I due eserciti si scontrarono il 21 dicembre 946 d.C. (24 Jumādā I 335 AH) nella valle di Jezreel.11 Stando ad alcuni racconti, come quelli scritti da Ibn Zafir e al-Dhahabi, la battaglia si tenne a Lajjun. Altre cronache, come quella di al-Kindī, la collocano presso Iksal, circa dieci chilometri a nord-est di Lajjun, non lontano da Nazareth. Il resoconto fornito da Ibn al-Amin, considerato in genere il più veritiero sulla vita di Sayf al-Dawla, afferma che l’armata hamdanide si diresse a sud con l’intenzione di intercettare quella ikhshidide nei pressi di Lajjun, ma prima che i soldati potessero arrivarvi, gli ikhshididi l’avevano già superata proseguendo la marcia in direzione nord.



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