Bocca, Riccardo by Tutta un'altra strage

Bocca, Riccardo by Tutta un'altra strage

autore:Tutta un'altra strage [strage, Tutta un'altra]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Bologna Central Station Massacre; Bologna; Italy; 1980, Social Science, Bombings, Political Science, Terrorism, Criminology, Political Freedom & Security
ISBN: 9788817016926
editore: BUR
pubblicato: 2007-05-14T22:00:00+00:00


Se così fosse, la storia del processo andrebbe riscritta. Tutto andrebbe riletto alla luce del 'accusa di un patto scel erato, a seguito del quale Fioravanti e Mambro avrebbero subìto prima l'infamia di una condanna per la strage, e poi sarebbero tornati liberi malgrado i numerosi ergastoli. Un'ipotesi suggestiva, per chi andasse in cerca di pista alternative, ma senza prove. Inoltre, per quanto Ciavardini sia risentito con Fioravanti e Mambro, è innegabile che i loro rapporti prima del a strage sono più che stretti. Non altrimenti si giustifica la sua partecipazione, nel giugno 1980, al 'omicidio del giudice Amato,10 arrivando a preannunciarlo la sera prima all'amico Marco Pizzari e alla sua ragazza Cecilia Loreti.11 Tantomeno si capirebbe perché Fioravanti avrebbe inserito quel diciassettenne nel a sua selezionata banda.

Altro discorso, invece, è il rapporto che Fioravanti instaura in seguito con Ciavardini, di cui apprezza il coraggio ma non la lingua lunga. Non ama, ovviamente, che il giovane Ciavardini parli in giro del e azioni terroristiche, come di fatto fa, o che se ne vanti con gli amici. Un rischio già corso per l'omicidio Amato, e che si ripropone identico il 27 maggio 1980, quando telefona a una ragazza del liceo classico Giulio Cesare, Livia, 12 per assicurardel e emittenti di sinistra, dal e feste dei partiti di governo ai dibattiti animati da giornalisti e magistrati. La volontà di non rifiutare nessun invito ha lasciato perplessi persino gli amici che, per il suo bene, gli aveva no consigliato di ricercare solo i consensi politicamente corretti. Lui invece ha scelto di sottoporsi al giudizio del a gente comune, di tutti quanti, sostenitori ed avversari. Non si è mai nascosto perché non ha nulla da nascondere, ha offerto il proprio volto a chi voleva sapere, conoscere, giudicare. Ha risposto ad ogni domanda, chiarito ogni dubbio, accettato ogni critica. E non lo ha fatto per ottenere qualcosa, per evitare un'eventuale condanna, da tutti percepita ormai come profondamente ingiusta. Lo ha fatto solo per amo re del a verità, magari per difendere i propri bambini che nessuno domani – a prescindere da quel o che sarà il verdetto impresso sul a carta – potrà accusare di essere figli del mostro di Bologna […]. Oggi l'ultimo imputato per la strage del 2 agosto 1980 non può più raccontare la sua storia ad altra gente, a quel e persone che aspettavano di incontrarlo in qualche città per guardarlo negli occhi. Si trova in carcere, a Poggio Reale, a scontare una misura cautelare in regime di massima sicurezza, in attesa di giudizio. Ma la sua battaglia per la giustizia non termina qui”.

10 La giustizia ha accertato definitivamente che a sparare al giudice Mario Amato è stato Gilberto Caval ini, mentre “Ciavardini guidava la moto di grossa cilindrata con la quale i due si davano al a fuga, rientrando poi a casa del Soderini dove erano ospiti già da qualche giorno per i necessari sopral uoghi”. 11 “La sera prima del 'omicidio”, si legge nel a sentenza contro Luigi Ciavardini



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