In nome della madre by Erri de Luca

In nome della madre by Erri de Luca

autore:Erri de Luca [Luca, Erri de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788807940903
Google: GMgRfa6MDg0C
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2010-10-16T22:00:00+00:00


Terza stanza

Sellò l'asina con una stoffa morbida, mi fece salire sollevandomi di peso e appoggiandomi sopra la schiena della bestia. Fu il primo abbraccio delle nostre nozze. Lo ripetemmo a ogni sosta, un abbraccio per scendere, uno per salire. Sulle spalle caricò il peso maggiore per non sforzare l'asina. Aveva tagliato un legno di ulivo per appoggiare il passo, un bastone scortecciato alto più di lui. Partimmo che non era ancora giorno per non incontrare sguardi.

In principio d'inverno da noi non è rara la neve. Di notte si conserva sui campi, sugli alberi. Le strade erano fitte di viaggiatori costretti a spostarsi per il censimento. Bisognava iscriversi nei luoghi di nascita.

"Solo quelli che sono rimasti là dove sono nati, mai travasati come il vino sulle fecce, non devono spostarsi", era il commento di quelli che s'incontravano e facevano un poco di strada insieme. Molti erano i carri, la gente approfittava per portare in giro anche un po' di commercio.

Si formavano code, le ruote s'impantanavano. I campi erano bianchi, la strada nera di viandanti e fango, il cielo una corrente azzurra sotto il vento del nord. Respiravo profondo per far sapere anche al bambino le sorprese del mondo. Era fatto di opposti, l'alto e il basso si urtavano e mandavano scintille, oppure si sfioravano con una carezza. Gli zoccoli dell'asina bussavano la terra per saluto, le cime degli alberi rispondevano scrollando un po' di neve giù dai rami.

Lungo il cammino gli uomini si salutano e si dicono le novità. Le donne trattano in disparte qualche scambio. Preferisco restare vicino all'asina e senza darlo a vedere ascolto le parole degli uomini. Uno di loro dice a Josef: "Che ve ne pare? Siamo o no dentro il verso del nostro Kohèlet, (Ecclesiaste), figlio di Davide, re in Gerusalemme: Tutti i fiumi vanno al mare e il mare non si riempie?". "Dite bene", risponde Josef, "eccoci sparpagliati come torrenti del Negev dopo l'acquazzone. Ho in mente un altro verso del nostro Kohèlet: Un torto fatto non potrà raddrizzarsi."

"Sicuro", risponde l'altro, "a questo censimento non c'è rimedio, è un torto di radice e non di ramo." Gli uomini mettono volentieri la scrittura sacra in mezzo alle faccende quotidiane.

Con la gravidanza è cresciuto il gusto per le parole, per la loro importanza. Capisco di più gli uomini che ci tengono tanto. Dev'essere il bambino che m'insegna, lui che si è piantato in me con un annuncio, con le parole di una benedizione.

Josef offre delle olive, l'altro ricambia con del formaggio. Riprendono il discorso. L'uomo prosegue: "Il seguito del verso da voi ricordato dice: e quello che manca non si potrà contare. Lo possiamo interpretare così: se molti di noi non andranno a farsi segnare il loro calcolo sarà vano".

Josef intende diversamente: "Meglio obbedire, ci sono stati troppi lutti per resistere ai Romani. Darei al loro Cesare quello che ci chiede. A noi resta l'immensità del nostro Unico e Solo, che loro non possono conoscere. Elevano sugli altari un imperatore, un pezzo di carne e sangue che presto sarà corpo da vermi.



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