Il buio oltre la siepe by Harper Lee

Il buio oltre la siepe by Harper Lee

autore:Harper Lee
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Feltrinelli Editore 1963
pubblicato: 2015-06-16T22:00:00+00:00


capitolo sedicesimo

Jem mi sentì e affacciò la testa dalla porta tra le due camere.

Mentre si avvicinava al mio letto si accese la luce di Atticus.

Rimanemmo immobili finché non si spense: lo udimmo rivoltarsi nel letto e aspettammo che si mettesse tranquillo di nuovo.

Jem mi portò in camera sua e mi mise a letto accanto a lui. "Cerca di dormire," disse. "Forse dopodomani sarà tutto finito."

Eravamo entrati in casa pian piano, per non svegliare la zia.

Atticus aveva spento il motore in fondo al viale e accostato la macchina alla rimessa; eravamo passati dalla porta di dietro ed eravamo saliti nelle nostre camere senza una parola. Io ero molto stanca e stavo per assopirmi quando il ricordo di Atticus che ripiegava lentamente il giornale e spingeva indietro il cappello si trasformò nell'immagine di Atticus in mezzo a una strada deserta e in attesa, che si spingeva gli occhiali sulla fronte. Il significato preciso degli avvenimenti di quella notte mi colpì all'improvviso, e cominciai a piangere. Jem fu affettuoso, e per una volta tanto non mi ricordò che a nove anni quelle cose non si fanno.

La mattina dopo l'appetito di noi tutti non era robusto come al solito; Jem, però divorò ben tre uova. Atticus lo guardava con sincera ammirazione; zia Alexandra, sorseggiando il caffè, mandava scariche di disapprovazione. I ragazzi che fuggono di casa la notte sono la disgrazia di una famiglia. Atticus disse che era molto contento che le sue "disgrazie" fossero venute a cercarlo, ma la zia obiettò: "Ma se il signor Underwood era sempre lì, pronto a intervenire!..."

"Sapete che è curioso quel Braxton," disse Atticus. "Disprezza i negri, e non ne vuole tra i piedi."

Secondo l'opinione pubblica, il signor Underwood era un ometto violento e sboccato; suo padre lo aveva battezzato in un infelice accesso di umorismo Braxton Bragg, nome che lui aveva fatto del suo meglio per sfatare. Secondo Atticus l'abitudine di dare ai bambini i nomi dei generali dei confederati da grandi ne faceva invariabilmente degli ubriaconi.

Calpurnia stava versando dell'altro caffè a zia Alexandra e, cogliendo un mio sguardo, che mi ero illusa fosse abbastanza supplice, scosse la testa. "Sei ancora troppo piccola," disse, "te lo dirò io quando sarai cresciuta abbastanza." Dissi che mi avrebbe fatto bene allo stomaco. "Allora d'accordo," disse, prendendo una tazza di latte dalla credenza; vi versò un cucchiaino di caffè e riempì di latte la tazza fino all'orlo. La ringraziai mostrando la lingua alla tazza e, alzando lo sguardo, mi trovai davanti il cipiglio della zia. Ma non faceva gli occhiacci a me, li faceva ad Atticus.

Attese che Calpurnia ritornasse in cucina, poi disse: "Non parlare così davanti a loro!..."

"Non parlare così davanti a chi?"

"Davanti a Calpurnia. Hai detto che Braxton Underwood disprezza i negri, proprio davanti a lei."

"Ma Cal lo sa certamente: lo sanno tutti, a Maycomb."

Cominciai a notare un lieve cambiamento in mio padre in quei giorni, specie quando parlava con zia Alexandra. Come se volesse sottolineare le cose, senza trascendere in atti d'ira. Però vi era una certa



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