Hello World by Hannah Fry

Hello World by Hannah Fry

autore:Hannah Fry
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2019-04-02T16:00:00+00:00


La vostra auto a guida autonoma dovrebbe investire un pedone pur di salvarvi la vita?

Fermiamoci un attimo a esaminare il secondo dei due problemi. È proprio su questo tema che all’inizio dell’autunno del 2016, parlando in un angolo appartato e tranquillo di un affollatissimo padiglione del Salone dell’automobile di Parigi, un portavoce della Mercedes Benz ha fatto una dichiarazione piuttosto fuori dal comune. A un intervistatore che gli chiedeva come si sarebbe comportata in un incidente una Mercedes a guida autonoma, Christoph von Hugo, responsabile dei sistemi di sicurezza attiva e di assistenza alla guida della casa automobilistica, ha risposto:

«Se sapete di poter salvare almeno una persona, salvate almeno lei».35

Una logica ineccepibile, direte voi. Niente che meriti le prime pagine dei giornali.

Solo che quello a cui si riferiva la domanda non era il classico incidente, ma un arcinoto esperimento mentale degli anni sessanta su un tipo di collisione molto particolare. L’intervistatore si riferiva a un curioso paradosso in cui si è obbligati a scegliere il minore di due mali. È il cosiddetto dilemma del carrello, che nella versione originale aveva come protagonista un tram fuori controllo. Nel caso dell’auto a guida autonoma possiamo riformularlo più o meno così.

Immaginate che tra qualche anno la guida autonoma sia una realtà. Siete a bordo di un’automobile senza conducente e vi fate portare spensieratamente a spasso per la città. Il semaforo davanti a voi diventa rosso, ma un guasto impedisce all’automobile di fermarsi. Lo scontro è inevitabile, ma la macchina ha ancora due opzioni: sterzare bruscamente e gettarsi fuori strada, schiantandosi contro un muro di cemento e portando a morte certa chiunque si trovi nel veicolo? Oppure tirare dritto, salvando le vite dei passeggeri ma uccidendo i pedoni che stanno attraversando la strada? Quali istruzioni andrebbero impartite alla macchina? Come decidere chi deve morire?

Avete sicuramente la vostra idea sulla questione. Magari ritenete semplicemente che la macchina dovrebbe cercare di salvare il maggior numero di vite possibile. O forse pensate che il comandamento “non uccidere” debba prevalere su qualsiasi calcolo, e che l’onere delle conseguenze debba gravare sulle spalle di chi è seduto in macchina.36

Von Hugo ha espresso con chiarezza la posizione della Mercedes. «Salvare chi è a bordo del veicolo». E ha proseguito: «Se si sa con certezza che si può salvare una vita, la priorità numero uno diventa quella».

Nei giorni successivi all’intervista, Internet è stata inondata da articoli che stigmatizzavano la scelta della Mercedes. In uno di questi si leggeva: «Le loro automobili si comporteranno esattamente come lo stereotipo del guidatore di auto di lusso europee che si crede libero di poter fare ciò che gli pare».37 In un sondaggio apparso su «Science» quella stessa estate,38 in effetti, il 76 per cento degli intervistati ha dichiarato di ritenere moralmente più accettabile che un veicolo senza conducente cerchi di salvare il maggior numero possibile di vite umane, e quindi scelga di sacrificare i propri passeggeri. La Mercedes ha scelto il lato sbagliato dell’opinione pubblica.

Ma ne siamo davvero sicuri? Perché quando lo stesso sondaggio ha



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