Breve storia dell'arte by Claudio Strinati

Breve storia dell'arte by Claudio Strinati

autore:Claudio Strinati [Strinati, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2023-10-28T15:58:22+00:00


PERSONALITÀ ARTISTICHE DEL RINASCIMENTO

Jacopo Pontormo fu il maggiore allievo di Andrea del Sarto nella Firenze del primo Cinquecento, distinguendosi quale pittore dall’ingegno e capacità sorprendenti.

Ebbe da subito notevole successo, ma stentò poi a consolidare la sua fama in un ambiente come quello fiorentino fervido e conflittuale insieme.

Nato nel 1494, Pontormo era un bambino di sei anni quando venne celebrato il Giubileo del 1500, un anno significativo per la storia dell’arte che segna sul serio un momento di cruciale passaggio tra un prima e un dopo. Non è da escludere che il bambino fosse già in grado di cominciare a orientarsi sui gusti e sulle tendenze artistiche del suo tempo (il padre era stato pittore alla bottega del Ghirlandaio), che vide cambiare davanti ai suoi occhi a una velocità quasi eccessiva.

Fino a pochi anni prima, a Firenze aveva furoreggiato Pietro di Cristoforo Vannucci detto il ‘Perugino’, pittore noto in tutta Italia. Le sue immagini religiose, castigate, umili, ispirate alla più ardente devozione, avevano riscosso il più grande successo sia a livello popolare sia a livello colto. Una sua grandiosa e impeccabile pala d’altare per l’Abbazia di Vallombrosa poté essere considerata l’emblema della più nobile e gradita pittura sacra. Una rigorosa struttura simmetrica della composizione, una dislocazione delle figure tra la terra e il cielo a piani sovrapposti, un limpido nitore del disegno rendevano la pittura del Perugino sempre gradita, anche perché da lui costantemente tenuta su standard molto elevati di qualità.

Oggi, però, appare singolare il fatto che il Perugino reiterasse troppo gli stessi tipi fisici e le stesse espressioni, risultando in prospettiva noioso pur conseguendo comunque risultati lusinghieri, come si vede appunto nella bellissima Pala di Vallombrosa. Nello stesso momento (la pala è firmata e datata 1500) Perugino affrescava la Sala del Cambio nel Palazzo dei Priori della sua Perugia, un’impegnativa impresa dove raffigurò eroi ed eroine dell’antichità e complessi cicli astrologici e sapienziali. Un autentico paradiso di grazie e bellezza ma questa volta sul versante dell’arte laica e profana. Mentre nella Pala di Vallombrosa lavorò soltanto con una piccola schiera di collaboratori scrupolosi che si attenevano strettamente ai suoi princìpi, negli affreschi del Cambio è evidente la presenza di allievi che lavorano con lui, dotati di una personalità autonoma e per certi versi più spiccata di quella stessa del maestro.

Alcune figure, in specie virili, di personaggi del mondo biblico, come il re Salomone, fanno intravedere mani diverse, specialmente quella di un pittore, in quel momento giovanissimo, destinato non solo a raccogliere l’eredità del maestro ma a superarlo da ogni punto di vista. Si chiamava Andrea d’Assisi ma la sua folgorante carriera venne stroncata dall’insorgere della cecità. Un’enorme sciagura per le Belle Arti, raccontò poi il Vasari, e un immenso dispiacere per il Perugino che molto l’amava. Dopo poco tempo cominciarono a emergere gli artisti della nuovissima generazione, come Pontormo, mentre toccavano la loro maturità quelli della generazione immediatamente successiva al Perugino, come Baccio della Porta detto ‘Fra Bartolomeo’ – con il quale si rinverdiva la tradizione dei frati pittori –, Andrea del Sarto e Mariotto Albertinelli, per citare soltanto i maggiori.



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