Canto di Natale trad. B Masini by Charles Dickens

Canto di Natale trad. B Masini by Charles Dickens

autore:Charles Dickens [Dickens, Charles]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2021-02-26T12:00:00+00:00


Quarta stanza

L’ultimo dei tre spiriti

Il Fantasma si avvicinò lento, grave, silenzioso. Quando fu accanto a lui, Scrooge si piegò su un ginocchio; perché la stessa aria attraverso cui lo Spirito avanzava sembrava spandere tetraggine e mistero.

Era avvolto in un manto nerissimo, che gli nascondeva la testa, il volto, il corpo, e non lasciava visibile nulla, tranne una mano tesa. Non fosse stato per quella sarebbe stato difficile separare la sua sagoma dalla notte, e distinguerla dal buio che la circondava.

Quando gli fu vicino sentì che era alto e imponente, e che la sua misteriosa presenza lo riempiva di un terrore solenne. Non seppe altro, perché lo Spirito non parlò né si mosse.

«Sono in presenza del fantasma del Natale Futuro?» chiese Scrooge.

Lo Spirito non rispose, ma indicò davanti a sé con la mano.

«State per mostrarmi le ombre delle cose che non sono accadute, ma che accadranno nel tempo davanti a noi?» continuò Scrooge. «È così, Spirito?»

La parte superiore della veste si ripiegò per un attimo, come se lo Spirito avesse inclinato la testa. Fu la sola risposta che ottenne.

Anche se ormai era avvezzo alla compagnia dei fantasmi, Scrooge aveva tanta paura della sagoma silenziosa che le gambe gli tremavano, e quando si accinse a seguirla scoprì che quasi non riusciva a stare in piedi. Lo Spirito si fermò un attimo, come se avesse notato la sua condizione e gli stesse dando il tempo di riprendersi.

Ma Scrooge si sentì ancora peggio. Lo agitava il vago, dubbio terrore di sapere che sotto quel sudario scuro c’erano occhi di spettro puntati su di lui, mentre lui, anche se sforzava la sua vista più che poteva, riusciva a vedere soltanto una mano spettrale e un gran cumulo nero.

«Fantasma del Futuro!» esclamò. «Vi temo più di ogni altro spettro che abbia visto. Ma siccome so che il vostro scopo è farmi del bene, e spero di vivere in modo da diventare un uomo diverso da ciò che ero, sono pronto a farvi compagnia, e a farlo con cuore grato. Non volete parlarmi?»

Nessuna risposta. La mano era tesa davanti a loro.

«Guidatemi!» disse Scrooge. «Guidatemi. La notte svanisce in fretta, ed è tempo prezioso per me, lo so. Guidatemi, Spirito!»

Il Fantasma si allontanò così come si era avvicinato. Scrooge seguì l’ombra della veste, che lo sostenne, così gli parve, e lo trasportò.

Pareva che non fossero loro a entrare in città, ma piuttosto che fosse la città a sorgere davanti a loro, e ad abbracciarli di propria volontà. Ma eccoli lì, proprio nel cuore; alla Borsa, tra i mercanti, che si affannavano su e giù, e facevano tintinnare il denaro nelle tasche, e chiacchieravano a gruppetti, e guardavano gli orologi, e giocherellavano pensierosi con i loro gran sigilli d’oro, come Scrooge spesso li aveva visti fare.

Lo Spirito si fermò vicino a un crocchio di uomini d’affari. Notando che la mano era puntata verso di loro, Scrooge si fece avanti per ascoltarli.

«No» disse un omone grasso con un mento mostruoso. «Non ne so molto. So solo che è morto.»

«Quando è morto?» chiese un altro.



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