Italiano by Massimo Birattari

Italiano by Massimo Birattari

autore:Massimo Birattari [Birattari, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2011-03-02T23:00:00+00:00


Anche la scheda seguente riguarda da un lato il significato delle parole, e dall’altro le diversità regionali. Il tema non dovrebbe essere molto familiare alla maggioranza degli italiani: si tratta dell’italiano fuori dei confini d’Italia, in una regione che, linguisticamente, è una provincia lombarda, e dal punto di vista politico è uno Stato che fa parte di una confederazione in cui convivono varie realtà linguistiche.

STRANE STORIE DI PAROLE

L’italiano nella Svizzera italiana

Più che alle strane storie di parole, questa scheda è dedicata alla strana storia di una lingua, l’italiano regionale ticinese, che ha avuto un’evoluzione almeno in parte diversa rispetto all’italiano standard. Occorre ricordare, a grandi linee, che l’attuale Canton Ticino faceva parte del ducato di Milano; all’inizio del Cinquecento, con le guerre d’Italia, venne conquistato dagli svizzeri, e da allora non ha più avuto legami politici con l’Italia. Dopo essere stato a lungo una specie di colonia, all’inizio dell’Ottocento ottenne la piena sovranità all’interno della Confederazione Elvetica.

I ticinesi, dunque, si sentono svizzeri e non italiani, il loro è un dialetto lombardo (ed è oggi più vivo e più usato di quanto non avvenga in gran parte della Lombardia), la loro lingua ufficiale è l’italiano (una delle quattro lingue della Svizzera, insieme al tedesco, al francese e al romancio). Ma l’italiano parlato e scritto in Canton Ticino è pesantemente influenzato da un lato dal dialetto, e dall’altro dal tedesco e dal francese (gli svizzeri italofoni - poco più di 250.000 persone - sono solo il 4,3 per cento dei cittadini elvetici). Per questo il lessico ticinese può apparire per certi versi sorprendente agli occhi di un italiano. I pochi esempi che seguono sono tratti da un bel libro del linguista svizzero Alessio Petralli (L’italiano in un cantone, Franco Angeli 1990). Nell’italiano regionale ticinese, la discarica di rifiuti solidi viene chiamata deponia; nei supermercati, per segnalare le offerte speciali, ci sono cartelli con la scritta Azione; prenotare si dice riservare (e questo si può dire anche nell’italiano standard: «ho riservato un tavolo al ristorante»), e prenotazione riservazione (invece questo nessun italiano lo direbbe mai). Sono tutti calchi dal tedesco (Deponie, Aktion) e dal francese (réserver e réservation).

E cosa significa la frase (che si può leggere comunemente sui quotidiani ticinesi) «Il sindaco ha tracciato un breve istoriato della vicenda della nuova palestra»? In italiano, istoriato è solo aggettivo e participio di istoriare («adornare con figure»). Invece in Ticino è un sostantivo e vuol dire «cronistoria» (probabilmente deriva dal sostantivo francese historique, che ha lo stesso significato). Rango è una parola italiana, ma viene usata in contesti non idiomatici in italiano (e anch’essi derivati dal francese): «La Svizzera si è piazzata al terzo rango» (cioè «al terzo posto»).

Tutti questi sono dunque forestierismi, spiegabili con l’intensissimo contatto con le altre realtà linguistiche della Svizzera. Singolari sono invece le sopravvivenze nella lingua quotidiana di parole italiane cadute da tempo in disuso, in quel significato, nell’italiano standard. Nella frase «I questionari verranno distribuiti a tutti i fuochi della città», fuoco mantiene l’antico senso di «focolare», «nucleo familiare»;



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