Daniel Defoe - Robinson Crusoe ITA by Robinson Crusoe ITA

Daniel Defoe - Robinson Crusoe ITA by Robinson Crusoe ITA

autore:Robinson Crusoe ITA
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Rimproverai a me stesso l’imprevidenza con la quale avevo deciso di non seminare altro grano oltre a quello che mi sarebbe servito per l’annata successiva, quasi non potesse mai verificarsi qualcosa che m’impedisse di mietere il grano del prossimo raccolto. E questo rimprovero mi parve così giusto, che decisi per l’avvenire di tenere in serbo una scorta di grano bastante per due o tre anni, in modo che qualsiasi evenienza inopinata non mi sorprendesse in condizione di dover morire per mancanza di pane. Che strano intrico di contraddizioni è la vita dell’uomo nella trama della Provvidenza! E da quali stimoli misteriosi e contraddittori sono mossi i nostri sentimenti, col variare delle circostanze esterne! Oggi amiamo ciò che domani odieremo; oggi cerchiamo ciò che domani eviteremo; oggi desideriamo ciò che domani paventeremo, ed anzi ci farà tremare di terrore al solo pensiero. Di tutto ciò io ero, in quel momento, un esempio lampante: poiché io, la cui unica pena era quella di vedermi bandito dal consorzio umano, di essere solo su un’isola sperduta negli sconfinati spazi dell’oceano, di essere escluso dal resto dell’umanità e condannato a quella che ho definito una vita di silenzio; io che vivevo come se il Cielo mi giudicasse indegno di essere annoverato fra gli esseri viventi o di mostrarmi con le altre Sue creature; io che, vedendo un altro esemplare della mia stessa specie, mi sarei sentito rinascere dalla morte alla vita, mi sarebbe sembrato di fruire della più grande benedizione che il Cielo stesso, dopo il dono supremo della salvezza eterna, potesse accordarmi; io stesso, dicevo, adesso tremavo per la paura di vedere un altro essere umano, e avrei voluto sprofondare sotto terra solo a causa di un’ombra, della silenziosa e intangibile presenza di un uomo che aveva lasciato l’impronta del suo piede sull’isola. Tale è il mutevole fluire della vita umana; e per me fu motivo di molte, singolari riflessioni che feci in seguito, quando mi fui alquanto ripreso dallo sbigottimento iniziale. Pensai che questa era la condizione di vita per me decretata dalla divina Provvidenza, nella Sua infinita bontà e saggezza; e non potendo io prevedere quali scopi la saggezza di Dio si prefiggesse in tal modo, non dovevo contestare la Sua sovranità, che esplicava un indubbio e assoluto diritto, in forza della Creazione, di governarmi e disporre di me Sua creatura come meglio stimava opportuno; e che inoltre, essendo io una creatura che Lo aveva offeso, Egli aveva il potere e di giudicarmi e condannarmi a qualsiasi pena reputasse appropriata; e che era mio dovere sottomettermi alla Sua collera, perché avevo peccato contro di Lui. E riflettei altresì che Dio, essendo non solo giusto ma onnipotente, come aveva giudicato opportuno castigarmi in tal modo e farmi patire tante afflizioni, così aveva il potere di liberarmi; e se invece non avesse ritenuto di farlo, era mio incontestabile dovere rassegnarmi ciecamente alla Sua volontà; d’altro canto era del pari mio dovere riporre in Lui ogni mia speranza, rivolgergli la mia preghiera e accettare in serenità i dettami e i decreti della Sua quotidiana provvidenza.



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