Caporetto andata e ritorno by Paolo Paci

Caporetto andata e ritorno by Paolo Paci

autore:Paolo Paci [Paci, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Modern, 20th Century, Sports & Recreation, Mountaineering, Military, World War I
ISBN: 9788867003471
Google: 0mzTDgAAQBAJ
editore: Corbaccio
pubblicato: 2017-05-16T22:00:00+00:00


La battaglia, detta in breve

Gli anziani friulani sono ripartiti, soddisfatti dei loro selfie custoditi nel cellulare. Escursionisti e nostalgici si tengono per mano. Resto da solo, sulla cima del Na Gradu Klabuk, a contemplare il pacifico campo di battaglia che si estende ai miei piedi. Difficile immaginarsi il tambureggiare dei cannoni in questa quiete alpestre. Difficile, in questo clima di piena estate, ricreare il freddo e la nebbia che accompagnarono la ritirata.

Il 24 ottobre di cent’anni fa pioviggina e la visibilità è quasi a zero. Alle due del mattino, come riportano Gadda e i bollettini di guerra, le artiglierie si scaldano con il fuoco di preparazione, granate e proiettili a gas. Una breve interruzione, poi, verso le sei e trenta, inizia il bombardamento battente che spiana gli sbarramenti, fa a pezzi trincee e ricoveri, distrugge le linee telefoniche. Le batterie di parte italiana sono inattive e il responsabile dei cannoni, il colonnello Alberto Cannoniere (sì, si chiama proprio così), resta in attesa di ordini. Questi possono venire solo dal generale in capo: la linea di comando nel regio esercito è temuta e religiosamente rispettata. Ma Badoglio non è presente per dare ordini, è chiuso nel suo quartier generale in località Cosi, a tre chilometri dalla linea del fuoco, e quando si rende conto di ciò che sta accadendo è troppo tardi, le comunicazioni sono interrotte. Il Cannoniere, piuttosto di prendere l’iniziativa e rischiare la corte marziale, preferisce star fermo. I suoi cannoni finiranno tutti nel bottino di guerra.

Alle ore otto, con la propria artiglieria ancora attiva, Schützen, Jäger e fez rossi muovono all’attacco nella nebbia fitta. I soldati di Alfred Krauss avanzano nella piana di Plezzo, verso lastretta di Saga, incontro agli italiani sterminati dal gas; Stein punta al segmento più debole del fronte italiano, la congiunzione poco presidiata tra i corpi d’armata di Cavaciocchi e Badoglio. Gli austro-tedeschi trascurano le alture dove sono asserragliati gli italiani e a sorpresa invadono il fondovalle: la tattica di infiltrazione è efficace e la mancata reazione dell’artiglieria mette in crisi entrambi i corpi d’armata italiani. Alle nove e trenta il gruppo di Krauss, destinato secondo i piani a entrare per primo a Caporetto, dilaga nella conca di Za Kraju, ma incontra la resistenza della 50a divisione del generale Giovanni Arrighi, che lo impegna per una mezza giornata. Invece, inaspettatamente il gruppo di Stein, con la 12a divisione slesiana, dopo essersi sbarazzato della 19a divisione (quella di Villani), senza incontrare più resistenza procede velocemente lungo entrambe le sponde dell’Isonzo, in parte verso Caporetto e in parte verso il Matajur. Alle quattro del pomeriggio Caporetto torna nelle mani dell’impero.

Mentre sul fondovalle si compie il dramma, in alta quota i combattimenti proseguono violenti. Come scriverà il generale Enrico Caviglia, «chiudevamo le finestre e lasciavamo aperte le porte». Sullo Stol, sul Rombon, sul Monte Nero, alcuni reparti resistono e tentano perfino di riconquistare le posizioni: non sanno che a valle la battaglia è già persa e i ponti per la ritirata stanno saltando. Ben più numerosi i soldati che laggiù a valle ripiegano, smarriti, senza più ordini, in un generale «tutti a casa».



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.