Churchill. Il nemico degli italiani by Antonio Spinosa

Churchill. Il nemico degli italiani by Antonio Spinosa

autore:Antonio Spinosa [Spinosa, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788804489634
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 2001-10-16T22:00:00+00:00


Parte terza

AL VERTICE

Come un bulldog

I.

Dopo tanti anni di assenza dal mondo ministeriale, Churchill avrebbe accettato o no di tornare al governo? Appariva, questo, un interrogativo inutile, ma in realtà se lo poneva lui stesso, imbronciato com’era. A lungo aveva continuato a sperare che qualcuno dei premier che si erano susseguiti a Downing Street si decidesse a richiamarlo.

Era trascorso un decennio dal suo ultimo incarico governativo, un’eternità per un uomo attivo e irrefrenabile come lui.

Quali potevano mai essere state le ragioni di un così lungo esilio? Forse il fatto di essere «Churchill il bulldog», il cane ringhioso di aspetto e di temperamento che negli ultimi anni accusava i leader politici di essersi lasciati sorprendere dal mostro nazista, rallegrati di giorno dalla dabbenaggine dei giornali e di notte dagli spettacoli cinematografici. Uomo focoso, e mai prevedibile nelle sue mosse, tanto che al momento giusto egli sapeva anche lisciare ed essere gentile, apparire attraente, in sintonia con lo sfondo snobistico della sua natura. Comunque era un personaggio di ardua interpretazione, e su di lui pesava ancora, incredibilmente dopo tanti anni, il rovescio subìto nella spedizione dei Dardanelli.

Sui muri di Londra erano apparsi alcuni manifesti con la scritta: «Churchill deve tornare». E lui tornò, con la fermezza di carattere che non aveva mai perduto. Romanticamente diceva: «Sono entrato nella stessa sala che avevo dovuto lasciare con grande tristezza in tempi lontani».

Subito dopo, drizzando la schiena, lanciò con impeto un secco ordine ai suoi collaboratori: «Signori, al lavoro!». E si mise a studiare i piani militari di pronto intervento.

Operò anzitutto in difesa dell’incolumità della Francia incontrando a Parigi il Primo ministro Edouard Daladier; quindi si attrezzò minuziosamente per mettere fuori uso le fabbriche tedesche, per disseminare di mine i mari norvegesi, per rendere impossibili i movimenti dei sommergibili nemici e, in conclusione, per preparare un’ampia offensiva navale.

In realtà avveniva che il nemico avesse il sopravvento e che i mercantili inglesi e francesi fossero ognora sotto il micidiale tiro delle navi tedesche. In ottobre si ebbe con chiarezza un’idea della superiorità della marina nazista con l’affondamento della corazzata inglese Royal Oak, tranquillamente ancorata nella base navale di Scapa Flow.

Un sommergibile U-Boot, superato di nascosto ogni sbarramento, aveva lanciato quattro siluri che avevano colpito in pieno la nave. Le acque del mare inghiottirono il vascello in pochi attimi trascinando nei flutti i settecentottanta membri dell’equipaggio, compreso il contrammiraglio che li comandava.

La fine della Royal Oak non si riflesse pesantemente su Churchill, il neo ministro, il quale anzi da quella disastrosa situazione trasse nuovo vigore. Ne fu ammirato un diplomatico italiano, Egidio Ortona, che assistette al dibattito ai Comuni, e che disse: «Vi capitiamo mentre Churchill fa a nome del governo una dichiarazione sull’affondamento della Royal Oak. Mi fa impressione sentire da lui riconoscere la bravura e il coraggio del sottomarino tedesco e ancora più mi impressiona la Camera che galantemente si unisce a tale dichiarazione».

Per prima cosa a Scapa Flow, come reazione all’affondamento, si rafforzarono le catene di sbarramento. Tuttavia urgeva una rivincita, e l’obiettivo fu la



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