Memorie sui miei fratelli by Charlotte Robespierre

Memorie sui miei fratelli by Charlotte Robespierre

autore:Charlotte Robespierre [Robespierre, Charlotte]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica umanistica
ISBN: Biblioteca: QdiBC
editore: Sellerio
pubblicato: 1989-05-14T16:00:00+00:00


A cena con Robespierre

di

Daria Galateria

Charlotte Robespierre si presentò con due ore di anticipo. Madame Jullien era così eccitata di avere a cena l’Incorruttibile che ne fu incantata. Era emozionata; avrebbe potuto dire, come Saint-Just prima di incontrare Maximilien, «voi che conosco, come Dio, solo attraverso le vostre meraviglie». Ma era soprattutto curiosissima. In Francia, in quel febbraio del 1793, Robespierre era l’uomo di cui si parlava di più, e si sapeva di meno. La sorella Charlotte, da qualche mese a Parigi, era perfetta, per penetrare dentro allo spoglio rigore con cui il giacobino si sottraeva allo sguardo. Parco com’era, gli avevano preparato una cena semplicissima: legumi, pollo, latte, formaggio, sidro. Quindi madame Jullien, moglie del convenzionale, e madre di un giovane collaboratore di Robespierre, si dispose contenta a chiacchierare con Charlotte. La ragazza rideva divertita; era difficile pensare a Maximilien dal punto di vista di madame Jullien. Il fratello era totalmente estraneo sia alla cruenta giornata del 10 agosto che ai massacri del 2 settembre. Era adatto a far il capo di un partito «come a prendere la luna con i denti». Era astratto come un filosofo; secco come un uomo di studio; per il resto, dolce come un agnellino e cupo come Young. Madame Jullien si stupiva di tutto; era simpatica.

Durante la serata, la padrona di casa ebbe modo di farsi un’idea molto precisa dei due fratelli del tribuno. Charlotte era tutta semplicità e franchezza; il più giovane, Augustin, petulante e mediocre; eccellente patriota, sicuramente, ma la Montagna avrebbe potuto vantaggiosamente fare a meno di lui. Quanto a Maximilien, si ha l’impressione che la cena non avesse fatto avanzare molto madame Jullien sulla via della sua conoscenza. Scrive al figlio come se fosse molto commossa, ma completamente senza parole. È un’anima bella, dice un po’ genericamente, e sorprendentemente precisa: ha i tratti dolcissimi.

Quattro orfani

All’epoca, Charlotte aveva 33 anni. Pranzare insieme a entrambi i fratelli era, nella sua vita, un evento abbastanza eccezionale. L’incanto dell’infanzia, il cerchio di affetto assoluto di una vera famiglia, era quasi impossibile da ricordare. Maximilien aveva sei anni, Charlotte quattro quando avevano perso la madre. Augustin, appena un anno. Il padre, François, era avvocato, come tutti i Robespierre dal 1630. Aveva sposato un po’ in fretta, e senza la benedizione dei parenti Robespierre, la figlia del birraio Carraut, nel gennaio del 1758; a maggio era nato Maximilien. Poi, a brevissima distanza, gli altri figli: Charlotte, Henriette, Augustin-Bon, detto Bonbon; nel 1764, ancora un parto, a cui il bambino non era sopravvissuto, e neanche la madre. Quattro mesi dopo, il padre fuggì. Tornò a Arras tre volte; una per farsi prestare 600 lire da una delle sorelle, un’altra, nel 1768, per ottenere un credito dalla madre in cambio della rinuncia, in nome suo e dei figli, alle proprietà di famiglia; nel 1772 presenziò a un processo, poi scomparve per sempre. Morì a Monaco nel 1777. I bambini vennero separati: Charlotte e Henriette furono accolte dalle zie paterne, Maximilien e Augustin-Bonbon dai nonni materni, i birrai. Si



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