Come finisce il libro. Contro la falsa democrazia dell'editoria digitale by Alessandro Gazoia (Junpinshark)

Come finisce il libro. Contro la falsa democrazia dell'editoria digitale by Alessandro Gazoia (Junpinshark)

autore:Alessandro Gazoia (Junpinshark)
La lingua: ita
Format: epub
editore: minimum fax
pubblicato: 2014-05-04T04:00:00+00:00


Seguendo Merkoski allunghiamo la lista con ulteriori pregi: un ebook consente di ricercare parole e ritrovare con facilità quel passo che ci aveva colpito; i vari dispositivi offrono oggi strumenti molto comodi per leggere in una lingua straniera non perfettamente conosciuta (ricerca sul vocabolario con la semplice pressione sullo schermo touch della parola desiderata) e così via. Ma tutte queste «cose impossibili» sono ciò di cui non ho bisogno, anzi ciò che precisamente posso non volere, mentre leggo per la prima volta e per piacere Madame Bovary (in una lingua da me ben padroneggiata). Non voglio scaricare altri libri, non voglio sceglierne altri dalla mia biblioteca digitale, non voglio – con buona pace del forse ipocrita, certo ricattatorio Merkoski, a lungo dipendente di un’azienda ben nota per il disinteresse nelle cause umanitarie – inviarne una copia ai bambini poveri in Africa. Queste sono possibilità che una volta conclusa la lettura (parziale o totale) prenderò in considerazione e questa è la mia esperienza personale di lettore. Non vale in assoluto, e infatti nel terzo capitolo vedremo che il «lettore ideale» della piattaforma Wattpad legge in un modo del tutto diverso: sullo smartphone, su uno schermo digitale piccolo e in mobilità, commentando il paragrafo che ha sotto gli occhi e interagendo con gli altri membri della comunità, compreso eventualmente l’autore.

Ciò che è inaccettabile ovvero rimane tutto da dimostrare è che il futuro della lettura e del libro sia solo quello «alla Wattpad» o «alla Merkoski». Opere come Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire. Letture e passioni che abitiamo di Luca Ferrieri mostrano le molteplici variazioni e incarnazioni della lettura in vari contesti storici, sociali e fenomenologici, e abbandonare questo enorme patrimonio di esperienze per predicare il vangelo del marketing digitale è mossa che va perlomeno ben ponderata.[72]

Dal punto di vista materiale il libro è un bene analogico piuttosto efficiente: portatile, resistente, non deperibile con l’uso e durevole – queste caratteristiche sono da intendere in senso relativo e dipendono pure dalla cura che si ha dell’oggetto – inoltre lo distinguono dalla caducità programmata, nella forma-supporto e nel contenuto, del giornale quotidiano e pure dalla continua mutazione dei supporti digitali del testo elettronico. Intendo dire, con un argomento carissimo ai sostenitori del primato del libro di carta, che il peggior tascabile di venticinque anni fa stravince in operabilità e facilità d’uso su un floppy disk o un disco rigido dello stesso periodo e pure su un file contenente un documento composto con un vecchio programma di videoscrittura.

Il libro può inoltre contenere una grande quantità di dati analogici in un oggetto non ingombrante e ha in generale una buona «usabilità»: la lettura è molto meno stancante per gli occhi di quella su uno schermo di computer degli anni Novanta, e se necessita di luce naturale o artificiale per essere letto non ha bisogno di una batteria interna come i dispositivi elettronici. La famosa frase di Umberto Eco sul libro di carta come invenzione perfetta in sé, non ulteriormente migliorabile, al pari



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