Come organizzare una crociata by Christopher Tyerman

Come organizzare una crociata by Christopher Tyerman

autore:Christopher Tyerman [Tyerman, Christopher]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2018-03-20T23:00:00+00:00


Le donne

Le scarse possibilità di scelta valevano soprattutto per le donne, anche se è un mito, un mito prettamente maschile, quello secondo cui nel Medioevo le donne non avevano possibilità di azione o un ruolo sociale. Fino all’inizio del XIII secolo, un maschio coniugato doveva avere il permesso della moglie per arruolarsi. Persino le cronache della predicazione delle crociate sono piene di aneddoti, non privi di una certa misoginia, su donne che ponevano ostacoli alla partenza; ma questo attesta in modo indiretto il loro potere domestico e la tacita consapevolezza che le persone a carico dei combattenti potevano trovarsi in situazioni altrettanto pericolose di quelle dei crociati stessi. Le donne rimaste a casa affrontavano infatti rischi di carattere legale, e non di rado fisico, vedevano messi a repentaglio i loro averi, la posizione sociale e la loro stessa persona, anche perché venivano spesso lasciate a gestire temporaneamente le proprietà terriere dei crociati. Mogli, madri e figlie avevano diritti riconosciuti sui beni utilizzati dai crociati, e questo ruolo è attestato in numerosi elenchi dei testimoni dei decreti. Ma la chiesa, le autorità e i reclutatori militari ostentavano un atteggiamento alquanto ambiguo nei confronti delle donne. In teoria le crociate erano aperte a tutti i fedeli come esercizio penitenziale, ma di fatto la guerra santa aveva bisogno di soldati, attività considerata culturalmente inadatta alle donne. Anche se alle mogli era consentito, con una certa riluttanza, di accompagnare i mariti, lo spettro del sesso, persino del sesso coniugale, disturbava la visione ecclesiastica di un’impresa moralmente pura: il crucesignatus ideale si asteneva dagli atti carnali (salvo quello di uccidere).65

Tali inibizioni non riuscivano a impedire la partecipazione delle donne. Molti crociati viaggiavano con moglie e familiari, come è evidente dall’inclusione di donne e bambini nell’elenco stilato da Giovanni di Tolve dei beneficiari del bottino di Damietta nel 1219.66 Mogli, figlie e altre donne erano presenti a tutte le crociate, molte non soltanto come accompagnatrici lecite o illecite, ma come crucesignatae di diritto. È evidente che tanto l’alto clero quanto i parroci, incaricati da Urbano II di concedere il permesso ai loro parrocchiani di prendere la Croce, le accettavano. Il catalogo di regine, principesse, mogli di nobili e altre appartenenti alle classi privilegiate che presero la Croce e partirono per una campagna è ricco già a partire dalla prima crociata. Alla seconda crociata, per esempio, la regina Eleonora di Francia fu seguita dalle contesse di Fiandra e Tolosa. Nel XIII e XIV secolo era ormai prassi comune per le mogli dei nobili crociati prendere la Croce; mentre tre figli di Luigi IX nacquero durante le campagne tra il 1250 e il 1253. Non tutte aderivano semplicemente per tenere compagnia agli sposi: Ida, vedova del margravio d’Austria, nel 1101 guidò in campagna il suo contingente armato. Un secolo dopo, Innocenzo III ammise che le donne facoltose potessero guidare in crociata delle truppe armate. A Genova, nel 1216 delle ricche crucesignatae convinsero i mariti ad arruolarsi.67

Le consuetudini dei grandi erano imitate a livelli inferiori della scala sociale. La confraternita delle crociate fondata a Dartmouth nel 1147 presumeva la partecipazione di donne.



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