Conversazioni americane by Borges Jorge Luis

Conversazioni americane by Borges Jorge Luis

autore:Borges, Jorge Luis [Borges, Jorge Luis]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


VII. Ogni scrittore aspetta la sua opera

Università dell’Indiana

marzo 1976

Se mi permettete di essere paradossale — e perché no, visto che siamo fra amici? — ogni scrittore aspetta la sua opera. Credo che uno scrittore sia continuamente trasformato da quello che produce. In modo tale che, forse, all’inizio quello che scrive non gli sembra rilevante. Invece, se continua a scrivere, scoprirà che quelle cose fanno continuamente squillare un campanello.

Barnstone: Durante la prima guerra mondiale, quando eravate a Ginevra, e studiavate francese e latino, e parlavate inglese e spagnolo in casa, avete scoperto un altro poeta americano di cui leggevate i versi in tedesco: Als ich in Alabama meinen Morgengang machte.

Borges: Walt Whitman.

Barnstone: Che effetto ha prodotto quest’altro americano sulla possibilità di usare un linguaggio moderno nella vostra poesia?

Borges: Quando ho letto Walt Whitman, non mi ritenevo un poeta. L’ho letto da lettore, e fui sopraffatto dall’emozione. Pensai che Walt Whitman era probabilmente l’unico poeta, e che gli altri, tutti gli altri, da Omero fino a lui, fossero soltanto i suoi precursori. Questa fu la sensazione che provai. La stessa sensazione che ho avuto quando scoprii per la prima volta Hugo, John Donne, o perché no? Seneca, che era anche un poeta, o Shakespeare, o Quevedo.

Credo che la prima volta in cui un giovane scopre un poeta, non pensi a lui come a un poeta, ma lo pensi come poesia, pensi alla poesia come a un’arte finalmente scoperta da qualcuno dopo secoli d’oscurità. Questa è stata l’impressione che mi ha comunicato Whitman. Dissi anche quant’erano stati dei pasticcioni tutti gli altri. Naturalmente mi sono accorto poi di essermi sbagliato, perché tutti i poeti sono bravi a modo loro, e credo che nessuno debba ritenersi un grande poeta. Infatti, sospetto che la poesia non sia un fatto eccezionale. Credo che anche i peggiori poeti, io per esempio, ogni tanto possano creare un bel verso. In qualsiasi libro di uno scrittore argentino di terza categoria può esserci un bel verso. E forse Dio, se esiste — e naturalmente non esiste — penserebbe che ogni momento è meraviglioso, altrimenti perché diavolo dovrebbe continuare a esistere quest’arte della poesia?

Scott Sanders: Avete detto che siete un uomo di lettere, non un pensatore né un filosofo. E tuttavia chi vi legge, e sono milioni i vostri lettori, trae grande gioia ed emozione dalla qualità concettuale e intellettuale della vostra opera. Vi interpretiamo forse erroneamente?

Borges: No, credo solo che mi arricchiate. Perché dopotutto la lettura è un’elaborazione, proprio come l’esperienza è un’elaborazione. Ogni volta che leggo qualcosa, questo qualcosa viene trasformato. E ogni volta che scrivo qualcosa, questo qualcosa viene continuamente trasformato da ogni lettore. Ogni esperienza nuova arricchisce il libro. Potete accorgervi di questo — sto pensando alla Bibbia — potete vedere come sia stata arricchita attraverso le varie generazioni. Penso che Amleto sia un personaggio molto più ricco dopo Coleridge di quanto lo fosse per Shakespeare che pure l’aveva creato. Per quanto mi riguarda, invece, so di non essere un pensatore, eccetto che nel senso che mi stupisco continuamente delle cose.



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